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Il diritto allo studio è finito: escluso il 25% degli studenti

Il diritto allo studio è finito: escluso il 25% degli studenti

Università L'allarme della Rete della conoscenza e dell'Unione degli universitari: l nuovo Isee costringe i borsisti a non presentare domanda. Per una riforma fiscale malriuscita migliaia di studenti rinunciano a un diritto minimo, ormai tagliato e al lumicino

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 5 settembre 2015

Il 25 per cento degli studenti universitari italiani saranno esclusi dalle borse di studio a causa della riforma del nuovo Isee, il nuovo indicatore della situazione economico-patrimoniale adottato lo scorso gennaio. Per gli studenti della Rete della conoscenza la situazione è drammatica: il conteggio dei redditi esenti ai fini Irpef e la rivalutazione del patrimonio immobiliare per il calcolo dell’Imu costringeranno migliaia di borsisti in graduatoria a non ripresentare la domanda, certi di essere esclusi dal beneficio di un diritto fondamentale. In questo modo non risultano nemmeno come «non idonei» e dunque spariscono dai radar che registrano gli studenti che hanno bisogno della borsa. La situazione è frastagliata, visto che ogni regione segue la propria normativa e lavora su un calendario diverso.

Il sindacato studentesco ha interpellato le singole aziende per il diritto allo studio, ottenendo una fotografia della situazione particolarmente precisa. Il picco negativo delle rinunce lo ha registrato la Puglia con il 30%, segue la Toscana con il 25% e l’Emilia con il 18%. «Perché nessuno ha previsto un impatto così devastante sulla platea degli idonei di borsa, nemmeno il ministero del lavoro che ancora a marzo parlava di un aumento medio dell’Isee di circa il 10%? – domanda Alberto Campailla, portavoce del coordinamento universitario Link – A tutti era sfuggito che il vero problema non sarebbe stato l’Isee, bensì l’Ispe». L’indicatore di situazione patrimoniale equivalente (Ispe) è calcolato dividendo l’importo dell’Indicatore della Situazione Patrimoniale (Isp) del nucleo familiare dello studente per il coefficiente della scala di equivalenza corrispondente ai componenti del nucleo familiare. Da uno studio dell’Istituto regionale toscano di programmazione economica (Irpet) risulta che il parametro che ha alterato gravemente il sistema delle borse di studio è proprio l’Ispe. La riforma lo ha raddoppiato e su questo dato pesa la rivalutazione della prima casa.

Il dato dimostra che i più colpiti non sono studenti provenienti da famiglie agiate. La Rete della conoscenza chiede l’abolizione dell’Ispe come criterio distinto dall’Isee, anche perché non rientra tra i criteri di selezione degli idonei), una sanatoria per chi è stato escluso quest’anno e l’innalzamento a 23 mila euro della soglia Isee. Per l’Unione degli universitari (Udu) saranno migliaia gli «esodati» dal diritto allo studio. Per questo hanno predisposto uno sportello online (www.sosisee.it) dove si possono compilare questionari e avere informazioni per capire la propria situazione. «L’incremento medio nel passaggio dalla vecchia alla nuova Isee è del 10% e può raggiungere picchi fino al 20% – sostiene Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Udu – Questi studenti risultano più ricchi pur non avendo avuto variazioni di reddito e pagheranno addirittura tasse universitarie più salate. È fondamentale che gli studenti si facciano sentire per difendere il loro diritto allo studio»

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