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«Il decreto è solo l’inizio»

«Il decreto è solo l’inizio»

Intervista Il ministro dell’Ambiente Orlando: rivedere la prescrizione per i reati ambientali

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 3 novembre 2013

Andrea Orlando appena insediato si è trovato a gestire due grandi bombe ecologiche : l’Ilva di Taranto e l’avvelenamento dei territori in provincia di Napoli e Caserta. Centinaia di morti per tumore, 6mila roghi di rifiuti tossici solo l’anno scorso e la sollevazione delle popolazioni ormai allo stremo. Ma prima di iniziare a parlarne il ministro dell’ambiente ci tiene a dare una notizia: «Nelle prossime settimane andrò a costituire un pool di esperti con Cnr, Enea e Ispra per monitorare e capire come operare in Campania. Non escludo che nella squadra possano essere chiamati alcuni esponenti delle associazioni».

Ministro a breve verrà anche presentato un decreto legge che solo per la Campania inasprisce le pene e prevede la galera per chi traffica in rifiuti speciali e li incendia. Secondo i comitati però si dovrebbe intervenire sui mandanti.
Fatto salvo che a giorni si avranno degli ottimi risultati sul piano investigativo, in questa prima fase di lotta contro le organizzazioni che controllano il fenomeno era fondamentale avere strumenti più efficaci. Non ho una vena forcaiola, ma non se ne poteva fare a meno. Se infatti in un’altra parte d’Italia può essere considerato peccato veniale sversare rifiuti senza controllo in una situazione di criticità ambientale come questa deve essere considerato un crimine. E’ chiaro che non ritengo esaustivo questo provvedimento, hanno ragioni i comitati, ma si tratta di un primo passo.

Un decreto-tampone?
In questo momento c’è la necessità di far leva sull’aspetto emergenziale. Ci sono due tipi di interventi legislativi che abbiamo in cantiere, il primo riguarda la modifica della parte normativa rispetto ai reati ambientali, un vecchio obiettivo proposto anche dal goveno Prodi, che mira anche a superare i tempi di prescrizione. L’altro è questo decreto che consente di intervenire in una condizione di crisi. Aumentare le pene, significa per esempio, dare la possibilità agli inquirenti di usare le intercettazioni per prevenire e per avere un quadro delle reti criminali che operano in Campania

Come mai si è arrivati a questo punto? Le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone sono del 1997, i governi che si sono succeduti non potevano non sapere. 
E’ stata una mancanza dello stato. Credo che si sia trattato di un vuoto democratico su cui bisogna riflettere. La magistratura ha analizzato i racconti di Schiavone, alcune cose erano vere altre false, poi la mano sinistra non è stata conseguente alla destra. La risposta amministrativa non c’è stata, e se dobbiamo dirla tutta stenta ancora ad esserci. Così questi territori sono diventati terra di nessuno appaltabile non solo dalla camorra, ma un luogo dove tutte le illegalità sono possibili, per questo bisogna invertire la marcia drasticamente.

Però lei è d’accordo sulla costruzione di un inceneritore prima di far partire le bonifiche?
In verità la bonifica è già stata avviata. C’è un commissario e sono stati impiegate diverse risorse. Non è un problema di investimenti da parte dello stato, ma di programmazione e mappatura. Nel 2014 prevediamo anche l’impiego di un nuovo ciclo di fondi strutturali. Quella della Campania è un’emergenza vera. Quanto al termovalorizzatore nello stesso movimento coabitano posizioni articolate. Sono disposto a prendere in esame tutte le alternative alla termodistruzione, ma devono essere certificate scientificamente. Per esempio per le ecoballe di Giugliano stiamo verificando diverse le strade, anche se dobbiamo essere celeri e in regola con le procedure Ue

Liquiderebbe anche lei l’insorgere esponenziale delle neoplasie nella Terra dei fuochi dando la colpa allo stile di vita dei campani, come pare la pensi il ministro della sanità, Betrice Lorenzin? 
Non si tratta di prodursi in affermazioni estemporanee. Da profano dico che con questo tipo di attività inquinanti mi stupirei del contrario, cioè che non avessero prodotto effetti sulla salute dell’uomo. Ma bisogna stare attenti, si tratta di questioni delicate che vanno provate con uno screening per capire come e in che misura l’inquinamento incide sull’insorgere dei tumori. Il governo ci sta lavorando in commissione sanità.

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