Il cuore del calcio negli occhi di Christian
Traversa Europa Si riparte alle 20,30, due ore dopo. No, non solo perché «Christian sembra fuori pericolo». È perché anche lui vuole così
Traversa Europa Si riparte alle 20,30, due ore dopo. No, non solo perché «Christian sembra fuori pericolo». È perché anche lui vuole così
È negli occhi che si specchia il cuore. Quelli di Christian Eriksen li vedi alle sette di ieri sera, in una foto, sono aperti, vigili e in quei minuti spaventati e disorientati sono un lampo di ragionevole speranza. Prima c’erano solo occhi pieni di sgomento e poi terrore e lacrime. Gli occhi di Sabrina che corre e scende dagli spalti dello stadio di Copenhagen e arriva sul prato e vorrebbero correre dal suo partner che è sdraiato sull’erba, circondato subito da medici e infermieri.
A fermare e abbracciare Sabrina Kvist Jenesn corrono subito il portiere danese Kasper Schmeichel e il capitano Simon Kjaer. Sono due Marcantoni, eroi giovani e belli con gli occhi lucidi, bagnati come un pulcino.
È in fondo agli occhi che si specchia il cuore e quelli di Christian si sono socchiusi all’improvviso al minuti 43 di Danimarca e Finlandia, partita di Euro 2021. Un malore, un colpo al cuore, mentre il talentuoso centrocampista della nazionale danese e dell’Inter stava correndo, quasi camminando, verso un compagno che stava battendo un fallo laterale. Succede in questo Europeo ovunque che vuole riportare il calcio e la vita, dopo questo tempo malato e la grande pandemia che si spera stia per finire.
Gli occhi di Eriksen, già aperti, sopra la maschera dell’ossigeno, mentre viene portato fuori dal campo in barella. «È cosciente e le sue condizioni sono stazionarie», dirà più tardi l’Uefa, governo del calcio europeo. Ma i compagni in quel momento non lo sanno e non lo sanno gli avversari finlandesi, pure loro fanno una gran fatica a trattenere le lacrime. Poi molti capiscono che una fatica così non ha senso e fanno bene.
Dentro a quello stadio mentre cala il sole, sono gli occhi del pubblico che colpiscono e pregano come gli pare e Dio solo sa a quale santo si rivolgono.
Sono gli occhi dei medici danesi, veloci come un fulmine, attenti a tutto quello che sta succedendo. Sono loro, medici e infermieri, gli eroi di questa serata. Eriksen sta meglio, i compagni dicono che la partita deve ricominciare.
Si riparte alle 20,30, due ore dopo. No, non solo perché «Christian sembra fuori pericolo». È perché anche lui vuole così. Il pubblico applaude, i giocatori della Danimarca applaudono quelli della Finlandia, quelli della Finlandia applaudono i danesi. Questo tempo malato può averci insegnato che solidarietà non è solo una parola. Forza Eriksen, ragazzo dagli occhi gentili.
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