Il Cristo di Rio è della diocesi, «oltraggioso» lo spot della Rai
Brasile Bello lo spot dei mondiali della Rai, quello che potrebbe costare una decina di milioni di euro al contribuente. Quello che la Rai ha ritirato in fretta e furia venerdì […]
Brasile Bello lo spot dei mondiali della Rai, quello che potrebbe costare una decina di milioni di euro al contribuente. Quello che la Rai ha ritirato in fretta e furia venerdì […]
Bello lo spot dei mondiali della Rai, quello che potrebbe costare una decina di milioni di euro al contribuente. Quello che la Rai ha ritirato in fretta e furia venerdì scorso, dopo che negli uffici di Viale Mazzini è arrivata, per mano dell’avvocato campano Alexandro Maria Tirelli, una richiesta d’indennizzo dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro, quasi 4 milioni di battezzati su una superficie di 1.300 chilometri quadrati.
È veramente un peccato che l’impeccabile spot non ci sia più. Quelle immagini potenti e originali, riuscivano a catapultare il telespettatore dalla sua poltrona direttamente nell’atmosfera elettrizzante della cidade maravilhosa. Credete a chi scrive, che a Rio ci vive. Tre mosse di capoeira, una veronica a là Zidane di un bambino nero con la maglia della nazionale che umilia i coetanei a torso nudo nel cortile di casa sua, una sequenza di panni stesi nella favela e poi, il tocco finale: il Cristo Redentore con indosso la maglia numero 10 dell’Italia. La cosa bella però è un’altra.
La figuraccia, la seconda nel giro di pochi giorni dopo l’interruzione di 20 minuti nella messa in onda dell’amichevole Italia Fluminense di domenica scorsa, si poteva evitare facilmente. In Rai si saranno chiesti una cosa: ma i diritti d’immagine del Cristo appartengono a qualcuno o il titolare è semplicemente il Padreterno, nel qual caso è sufficiente che giriamo lo spot con la nostra consueta devozione? Risposta sbagliata, Rai.
Nel 2012 una sentenza del Tribunale Regionale di Sao Paulo ha stabilito che l’immagine del Cristo appartiene all’Arcidiocesi, che l’avrebbe ereditata da uno degli scultori della statua, il francese Paul Landowsky, secondo sue presunte disposizioni testamentarie. Rimane il fatto che l’opera si trova in luogo pubblico, il che indebolisce la posizione della chiesa. Quindi, dice l’Arcidiocesi, ci basta che chiediate la nostra autorizzazione, e se riteniamo che l’uso del Cristo non è offensivo o denigratorio, ve la daremo. Gratis. Se la Rai avesse chiesto, comunque, l’Arcidiocesi avrebbe detto no.
Raggiunto al telefono, Padre Ramal sostiene che mettere una maglietta azzurra sul corpo del Cristo è un atto oltraggioso. Non tanto quanto mettergliene in faccia una rossa di un’agenzia di scommesse online, la Ladbrokes, che infatti è già stata diffidata e per quale la richiesta d’indennizzo è persino più alta. Comunque abbastanza oltraggioso da fare arrabbiare i preti cariocas. Che ora vogliono i soldi, 7 milioni di euro, destinati, dicono, ad opere di carità. La Rai, dal canto suo, cerca una soluzione amichevole della disputa e ha combinato un incontro nella prossima settimana per dirimere la questione.
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