Visioni

Il Comune di Monfalcone blocca lo spettacolo sulla resistenza di Marta Cuscunà

Marta CuscunàMarta Cuscunà

Arte e politica La decisione a pochi giorni dalla recita prevista in piazza: "Non rappresenta un interesse specifico dei residenti"

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 27 agosto 2024
Marinella SalviMonfalcone

Uno spettacolo di Marta Cuscunà a Monfalcone, “finalmente riesco a tornare nella mia città” aveva dichiarato l’artista contenta. Invece no, quanto meno per quanto riguarda il Comune. Alla rappresentazione di The beat of Freedom – La Resistenza a fumetti, fissata per il 2 settembre nella piazza Falcone e Borsellino, non è concesso l’utilizzo del logo del Comune di Monfalcone né alcun contributo economico. La risposta al Comitato del Rione Centro che mesi fa aveva proposto l’iniziativa, arriva a fine agosto e lascia sconcertati: secondo la Giunta comunale lo spettacolo non rappresenta un interesse specifico dei residenti e non porta al complessivo miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Quindi, per quanto riguarda il Comune, niente recita.

“Come è possibile che la giunta comunale ritenga che uno spettacolo dedicato alla lotta di liberazione dal nazifascismo non contribuisca al complessivo miglioramento della qualità della vita dei cittadini?” reagisce Marta Cuscunà “E’ una domanda grave perché l’unica risposta sarebbe che quella giunta non è antifascista… o no?!!?” E ancora: “La qualità della vita? Ma è proprio questo il tema dello spettacolo! Provare a rispondere su cosa voglia dire essere cittadini, su cosa contribuisca al benessere di una comunità?”.

Cos’è The beat of Freedom – La Resistenza a fumetti che tanto spaventa l’amministrazione leghista di Monfalcone? Le parole di Cuscunà, le lettere dal libro Io sono l’ultimo, le tavole del fumettista Fabio Babich che si formano sulla scena e quell’intercalare con Patti Smith, Lou Reed, Alanis Morissette, i Green Day. Perché la Resistenza è, anche, il sogno rock di un Paese di persone uguali nei diritti e libere. “La libertà era nei monti, per la prima volta riuscivamo a sentirla e picchiava nella testa” aveva scritto il partigiano Nello Quartieri/Italiano. E’ uno spettacolo che parla di amore e di amicizia, ma di amore soprattutto. “Perché fu tra i partigiani che, per la prima volta, uomini e donne ebbero pari dignità e questo cambiò inevitabilmente anche il loro modo di amarsi e di pensarsi famiglia” aveva scritto la partigiana Anita Malavasi/Leila. “I partigiani erano, prima di tutto, giovani e si innamoravano, scoprivano di avere paura e coraggio” dice Marta Cuscunà “Le loro lettere, rivolte alle nuove generazioni che non hanno fatto in tempo ad incontrarli sono una autobiografia collettiva di giovani accomunati dall’aver condiviso un tempo e un Paese che ad un certo punto sentirono il bisogno di cambiare”.

Troppo “di parte” questa ragazza, evidentemente, per la Giunta di Monfalcone che da anni affianca alle scelte xenofobe il tentativo di riscrivere, o meglio negare, la storia. E si tenta di ridurre al silenzio, con una risposta burocratica incredibile, un’artista di livello internazionale, nata e cresciuta a Monfalcone dove aveva scoperto quella che sarebbe diventata la sua professione grazie ai laboratori teatrali gratuiti e la guida di Luisa Vermiglio che ha raccolto e fatto crescere tanti giovani. Giovani che, da quella piccola provincia lontana, sono riusciti poi a volare via ma alla quale tornano volentieri, come fa Marta Cuscunà, come a voler restituire tutto quanto di positivo proprio là è potuto nascere. “Monfalcone per me è casa, il legame è fortissimo, è la mia giovinezza, il luogo che mi ha permesso di crescere e anche di volare via”. Anni di impegno ecofemminista e la trilogia di resistenze femminili, le tournee in Italia, in Spagna, in Francia: autrice, attrice, performer, il teatro visuale, i pupazzi meccatronici e quei corvi a cui dà voce e movimento che arrivano in TV con “La Fabbrica del Mondo” di Marco Paolini e Telmo Pievani.

C’è soprattutto sconcerto nelle parole di Marta Cuscunà, per il contenuto della risposta arrivata dalla Giunta comunale ma anche per i tempi. A una settimana dallo spettacolo, quasi non si sapesse che uno spettacolo teatrale non si improvvisa “Ci stiamo lavorando da mesi, abbiamo accordi e impegni già presi con i services tecnici e mille altre cose. E’ paradossale, le locandine erano già pronte e stampate con tanto di timbro del Comune! Io, Fabio Babich e gli altri collaboratori siamo disponibili a rinunciare al compenso ma non basta, vorremmo davvero poter fare lo spettacolo comunque ma è difficile, anche se la voglia è davvero tanta”.

A Monfalcone intanto, nel giro di una giornata, è scattata una gara di solidarietà davvero imponente e Marta sorride: “Una solidarietà da non credere. Siamo tempestati di chiamate e messaggi. Cittadini comuni ci hanno offerto i propri balconi affacciati sulla piazza, attrezzature, idee. E poi Associazioni, gruppi, tanti Comuni del circondario, l’Anpi… Il Comitato del Rione Centro sta cercando una trattativa con il Comune, chissà…La speranza che il 2 settembre lo spettacolo si possa fare comunque è davvero tanta ma sono tanti anche i problemi da risolvere e le autorizzazioni da ottenere. In pochi giorni. Ma siamo qui e intanto … Resistiamo insieme”.

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