La «cronaca della morte annunciata» della selecciòn argentina (la definizione è di Osvaldo Ardiles, il vecchio campione del mondo ‘78) comincia la sera prima della partita, allo scadere del dia de la bandera, quando alle 19.15 parte dalla stazione Moscova di San Pietroburgo l’ultimo treno speciale diretto a Nizhny Novgorod. Ce ne sono a tutte le ore e sono gratuiti: basta il biglietto della partita e il Fan ID, il nuovo documento inventato dalla Fifa che sostituisce il visto d’ingresso in Russia (non per i migranti: sono stati fermati quattro uomini marocchini che tentavano di passare il confine bielorusso con un Fan ID) e permette di viaggiare gratis nelle e tra le città sede.

Trovo i tifosi argentini già stravaccati sui letti delle accoglienti cuccette del convoglio, riveriti dai ferrovieri che gli rifanno il letto. Trattamento Fifa.
Il primo colpevole è stato individuato: Sampaoli, il ct, «un confusionario. Prova una formazione tutta la settimana e poi all’ultimo la cambia». E presuntuoso, «parla di vìnculo, i giocatori devono vìncularse alla sua idea, ma quale vincolo, il fùtbol è una cosa semplice». Ce n’è per Messi: «Leo, va bene portarsi dietro un amico, pure due, lo faceva anche Maradona; ma dieci, e tutti in campo insieme a te?». E per la federcalcio argentina che ha cambiato 4 allenatori in 4 anni. Si sogna Simeone, da sette anni alla guida dell’Atletico Madrid: ma «non ci pensa nemmeno a infilarsi in questa merda».

Il vagone ristorante sembra il bar di Guerre stellari: famiglie croate, viaggiatori russi e giovanissimi traduttori ingaggiati dall’azienda di stato; sono sfiniti ma felici. Poi arriva l’hinchada: «Tano (italiano)» mi dicono «cinque minuti e il treno sarà nostro», e in effetti cinque minuti dopo iniziano a bere, cantare e battere sui tavolini. Con il solecomincia a sorgere anche una speranza: «L’Islanda si chiudeva, la Croazia invece ci lascerà degli spazi».
In sala stampa, i cronisti argentini sono sconcertati: Sampaoli ha cambiato di nuovo, le formazioni pubblicate sui loro giornali sono carta straccia. Solo dopo la partita andranno a rileggere, e a pubblicare, stralci dell’autobiografia del tecnico. Pagina 10: «Non pianifico niente.

Tutto nasce nella mia testa quando deve nascere. Pianificando, mi trasformerei in un meccanico. Io vengo della strada; negare questo è impossibile».
Dentro lo stadio si affrontano finalmente due grandi tifoserie, ma non due grandi squadre. I croati, trascinati dal loro magnifico centrocampo, tagliano i rifornimenti a Messi e sfruttano la papera di Caballero, il portiere 36enne scelto da Sampaoli perché capace di creare «vìnculo» con la difesa. Poi ne fanno altri due. L’hinchada albiceleste, federazione di vere tifoserie di club, comincia a contestare. Una bottiglia colpisce Sampaoli. Al fischio finale, arriva il momento di fare i calcoli: «Se domani la Nigeria batte l’Islanda è (quasi) finita».

Si spalancano le porte della zona mista e sfila il corteo funebre della selecciòn: in testa Messi, con il capo chino, i colleghi argentini che non si azzardano a chiamarlo. Forse è vero, come dicono, che in questo mondiale si giocano le sorti della sua eredità calcistica. Si fermano solo Mascherano e Aguero, cui riportano – peraltro travisate – le parole di Sampaoli dalla conferenza stampa: «I giocatori non si sono adattati al mio progetto tecnico». «Dica ciò che vuole», sibila El Kun, e se ne va.

Il giorno successivo (ieri) è una polveriera: alcuni giornalisti russi cominciano a dire che Sampaoli è un passo dall’esonero, che verrà sostituito da Burruchaga come Lopetegui da Hierro nella Spagna. Ma non ci sono riscontri. Poi c’è il tweet di Ardiles, con la sua «morte annunciata» dell’Argentina «peggiore di sempre». Quindi l’audio whatsapp rubato a Simeone: «Negli ultimi quattro anni è stata anarchia totale». E poi: «Diciamoci la verità, in una squadra senza campioni, chi sceglieresti: Ronaldo o Messi?». Poi, nel pomeriggio, l’inattesa vittoria della Nigeria sull’Islanda (2-0). E sul telefono mi arriva un messaggio: «Tano, tenemos vida».