Il corpo del mito tra le movenze del sabba e l’al di là degli specchi
Visioni

Il corpo del mito tra le movenze del sabba e l’al di là degli specchi

Cinema «Suspiria» di Luca Guadagnino, non un rifacimento fedele ma un tradimento sublime di Argento. Berlino divisa dal Muro e la musica di Thom Yorke, la femminilità e la politica
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 dicembre 2018
Dopo un’attesa lunga, alimentata magistralmente da Guadagnino, attraverso il rilascio lento, oculato (indirizzato all’occhio dello spettatore in misura di lampi, lacerti immaginifici, stilizzazioni d’esse) di locandine, rare foto dal set, trailer, stralci di musica; e attraversata d’altra parte da qualche scetticismo, addirittura da rifiuti preventivi (come era già successo per Call Me By Your Name); e dopo il passaggio così carico di aspettative allo scorso Festival di Venezia, arriva nelle sale Suspiria, non rifacimento fedele, bensì sublime, vibrante tradimento del film di Dario Argento del 1977. Il che è sacrosanto, perché Guadagnino vuole partire da quell’atmosfera crepuscolare degli anni Settanta...
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