Il contentino di Draghi convince la Cisl. Ma Cgil e Uil sono molto critiche
Legge di Bilancio Il premier: 1,5 miliardi di decontribuzioni. I sindacati rilanciano. Questa mattina decisione e Cdm. Senza migliorie sarà sciopero. Intervento una tantum per il solo 2022. Al direttivo Landini proporrà di intensificare la mobilitazione
Legge di Bilancio Il premier: 1,5 miliardi di decontribuzioni. I sindacati rilanciano. Questa mattina decisione e Cdm. Senza migliorie sarà sciopero. Intervento una tantum per il solo 2022. Al direttivo Landini proporrà di intensificare la mobilitazione
Il contentino di Draghi ai sindacati è questo: un miliardo e mezzo di decontribuzioni per i redditi al di sotto dei 47mila euro e cinquecento milioni in più contro il caro bollette. Ma il fronte sindacale si spacca: la Cisl plaude mentre Cgil e Uil sono critiche con Landini che oggi potrebbe proporre uno sciopero generale.
Come fatto trapelare da palazzo Chigi già mercoledì sera la proposta di Mario Draghi per accontentare i sindacati critici sulle nuove aliquote Irpef è un taglio una tantum sul cuneo fiscale: 1,5 miliardi di decontribuzioni tutti a vantaggio di lavoratori – non dei pensionati – con anche il ministro Daniele Franco – bacchettato lunedì dai sindacati per la mancata presentazione «nemmeno di un foglio» – che a inizio riunione aveva mostrato un prospetto delle detrazioni che rafforzavano la progressività delle quattro aliquote Irpef: «Il 47% andranno ai redditi più bassi: ai redditi fino a 15mila euro andrà 1,1 miliardi e a quelli da 15mila a 28mila euro 2,2 miliardi; dunque alle fasce più basse andranno in totale 3,3 miliardi, quasi la metà dei 7 miliardi disponibili in manovra per il taglio dell’Irpef».
MA DOPO IL MANCATO CONFRONTO e le tante critiche all’impostazione della manovra, Maurzio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno subito risposto che non sarebbe bastato. Si tratta infatti evidentemente di un contentino e per giunta una tantum per il solo 2022, mentre la riduzione delle aliquote Irpef sono invece il primo passo verso la riforma fiscale.
Cgil, Cisl e Uil hanno quindi rilanciato chiedendo interventi strutturali sul cuneo fiscale a cui – come da loro richiesta iniziale – dovrebbero essere destinati tutti gli 8 miliardi di bonus fiscale – un miliardo è previsto per il taglio dell’Irap a imprese individuali e start up.
La risposta conclusiva di Mario Draghi è stata quella di prendere in considerazione la proposta sindacale – «Io vi ascolto, vi ho sempre ascoltato», ha più volte ripetuto il premier – ma come al solito deciderà lui. Questa mattina informerà i tre segretari generali della sua decisione che poi si tramuterà in un emendamento alla legge di bilancio che porterà in consiglio dei ministri. Qui Draghi dunque tirerà le somme di tutti gli incontri di questi giorni fatti con tutte le forze di maggioranza, ognuna delle quali ha fatto richieste diverse al presidente del consiglio.
INSOMMA, SARÀ UNA NUOVA puntata del «metodo Draghi»: ascolto tutti e poi decido io. Ma questa volta – stante l’avvicinarsi delle elezioni del presidente della repubblica – non è detto che ministri e forze politiche le accetteranno.
Per quanto riguarda i sindacati, questa mattina era già convocato il Direttivo della Cgil. Al teatro Italia a Roma Maurizio Landini valuterà decisione di Draghi e poi proporrà al parlamentino della Cgil la sua proposta per «intensificare la mobilitazione già in atto».
LA PAROLA «SCIOPERO GENERALE» non è tabù per la Uil – come ha dimostrato Pierpaolo Bombardieri nell’intervista di martedì al manifesto – , diversa la valutazione della Cisl di Luigi Sbarra che già in questi giorni si sta distinguendo rispetto agli scioperi indetti in vari territori e ieri in Leonardo dai metalmeccanici di Fiom e Uilm. Senza dimenticare la scuola dove la sola Cisl non aderirà allo sciopero.
All’uscita da palazzo Chigi i giudizi dei tre segretari sono molto diversi. Se per Sbarra il «tesoretto da 2 miliardi e le altre modifiche tra cui l’aumento della no tax area per i pensionati a 8.500 euro» (in realtà già annunciata, ndr) sono le «prime conquiste sociali importanti. Ovviamente tutto ciò non basta, aspettiamo di conoscere le decisioni del governo – aggiunge Sbarra – . Continueremo a esercitare una forte pressione sociale permigliorare la legge di Bilancio», conclude.
Molto più critici Landini e Bombardieri. «Il nostro giudizio è di insoddisfazione – esordisce Landini – perché sul fisco non abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo, il governo ha confermato l’impianto. Non è momento dell’Irap. Più che un tesoretto – spiega Landini – da quello che si capisce è un’operazione saldo-acconto sulla questione fiscale: siccome nel 2022 non saranno 8 i miliardi che spesi, c’è uno spazio per affrontare sia sulla questione delle bollette che una decontribuzione solo per un anno», conclude.
«INSODDISFAZIONE» ANCHE per Bombardieri: «Sono penalizzati i redditi tra 0 e 26 mila euro, Draghi ha acquisito queste ulteriori riflessioni e ha detto che le avrebbe sviluppate prima del Consiglio dei ministri e ci farà sapere prima se le richieste saranno accettate o meno, sulla base di questo i sindacati risponderanno». La Uil oggi convocherà la segreteria, lunedì l’esecutivo.
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