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Il commissario dei Giochi crea solo conflitti (d’interessi)

Il commissario dei Giochi crea solo conflitti (d’interessi)La bandiera dei Giochi del Mediterraneo, consegnata a Orano, in Algeria, al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci – Ansa

Taranto 2026 Il governo nomina l’imprenditore che rischia di avere molti degli appalti. Interrogazione del Pd e scontri sulla governance del comitato: è a rischio l’evento

Pubblicato circa un anno faEdizione del 18 agosto 2023

«Chiediamo alla presidente del consiglio se intenda intraprendere iniziative volte a verificare la sussistenza di potenziali situazioni di incompatibilità o conflitto di interessi in capo all’attuale commissario straordinario, Massimo Ferrarese». È il 4 agosto scorso quando i parlamentari Pd Ubaldo Pagano, Claudio Romanazzi ed Enzo Lacarra depositano un’interrogazione parlamentare adombrando «una situazione di conflitto di interessi che potrebbe pregiudicare l’esercizio indipendente, imparziale e obiettivo della funzione pubblica conferitagli». I deputati si riferiscono a Massimo Ferrarese, commissario straordinario che dovrà sovrintendere alla realizzazione degli interventi necessari allo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo che si terranno a Taranto e in altre città della Puglia nel 2026.

LA NOMINA risale al 31 maggio scorso. Il decreto è stato firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e da due ministri: Andrea Abodi (Sport) e Raffaele Fitto (Coesione territoriale e sud). Ferrarese è un politico e imprenditore di lungo corso, già presidente di Confindustria a Brindisi e poi anche presidente della Provincia. Secondo i parlamentari Pd che hanno chiesto chiarimenti «risulterebbe essere, allo stato attuale, amministratore unico di varie società operanti nel territorio pugliese nei settori delle costruzioni, della fabbricazione di prodotti per l’edilizia e di consulenza tecnica».

Stando ai documenti forniti dalla Camera di commercio di Brindisi a cui risulta essere iscritta la “madre” di queste società, Prefabbricati Pugliesi Srl, fondata da Ferrarese nel 1980, le quote sono attualmente detenute al 51% dalla moglie del commissario, Giuliana D’Antona, e per il restante 49% dalla sorella di lei, Marinella d’Antona. L’azienda in questione ha quasi un monopolio nel settore edilizio nelle province di Brindisi e Taranto, dove si terranno la maggior parte delle gare sportive e in cui verranno affidati moltissimi lavori e commesse tramite le procedure semplificate, di emergenza, previste appunto dalla normativa commissariale.

A QUESTA CIRCOSTANZA si aggiunge il fatto che proprio come “patron” della Prefabbricati Pugliesi, Massimo Ferrarese è tuttora imputato in un processo per la morte di un operaio, Francesco Mastrovito, in cui è accusato da imprenditore di «non aver accertato l’idoneità delle opere eseguite dal Committente o da terzi sottostanti, procedendo nonostante tutto al montaggio dei propri manufatti orizzontali (travi e tegole) con l’esecuzione dell’opera richiesta», come si legge nel capo di imputazione che gli viene contestato. Il legale che assiste Ferrarese in questa vicenda, Luca Perrone, ha scelto di non commentare la vicenda. «I processi si fanno in tribunale», ha risposto.

Massimo Ferrarese

AL DI LÀ DI QUESTI RILIEVI, è un fatto che da quando si è insediato il commissario i giochi sono a forte rischio svolgimento per le frizioni con il comitato organizzatore composto, tra gli altri, da enti locali, comune di Taranto e regione Puglia. La situazione è precipitata qualche giorno fa con l’annuncio del presidente del Coni, Giovanni Malagò, «di voler fare un passo indietro rispetto all’attuale governance del comitato organizzatore, visto il perdurante e irrisolto stato di impasse e i conseguenti palesi ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali e nell’organizzazione».

«UNA SITUAZIONE KAFKIANA», la definisce il direttore generale del comitato organizzatore, Elio Sannicandro, manager sportivo di lungo corso e a capo di Asset, l’agenzia per lo sviluppo sostenibile della Regione Puglia. Sannicandro conferma al manifesto che «siamo molto più avanti nell’organizzazione rispetto a quanto il governo riferisce da mesi. L’unico ritardo sta proprio nel trasferimento delle risorse da parte dell’esecutivo». Il nodo dei finanziamenti è un vero e proprio giallo, ancora oggi manca il decreto che avrebbe dovuto stanziarli. «Il provvedimento era già pronto con la firma dell’allora ministra Mara Carfagna nel luglio 2022 – prosegue il dirigente della Regione Puglia – Poi il governo Draghi è caduto, ci sono state le elezioni a settembre e quando il nuovo esecutivo si è insediato abbiamo cercato una interlocuzione con i nuovi ministri, che siamo riusciti ad incontrare soltanto il 30 gennaio. Era già evidente la strategia di voler commissariare», conclude Sannicandro.

«LA QUERELLE IN CORSO sui Giochi del Mediterraneo sarebbe comica, se a pagarne le conseguenze non fossero Taranto e tutto il suo territorio», dice Mattia Giorno, assessore all’Urbanistica nella “città dei due mari”. E aggiunge: «il commissario continua a chiedere agli enti locali i progetti degli impianti, ma dimentica una regola basilare: i progetti costano e sarebbero a carico dei quadri economici previsti nella prima stesura del decreto di governo che aspetta di essere varato da quasi un anno. Basterebbe firmare un decreto che il ministro Fitto tiene bloccato da 10 mesi». Nel frattempo, i costi dei giochi sono lievitati. Il commissario Ferrarese, incontrando i cronisti il 3 agosto, ha detto: «i 150 milioni previsti all’inizio e deliberati dal parlamento ci sono, ma per ora non posso usarli senza la disponibilità dei progetti. E ne servirebbero almeno altrettanti».

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