Il cinema fuori dal Palazzo
Venice Days Celestini, Marra, Lavagna, tre italiani in gara alle Giornate degli Autori. La giuria è presieduta da Laurent Cantet
Venice Days Celestini, Marra, Lavagna, tre italiani in gara alle Giornate degli Autori. La giuria è presieduta da Laurent Cantet
«Nella selezione ufficiale di quest’anno ci saranno film provenienti da tutti i continenti, di cui ben tre italiani e quattro girati da donne». I numeri snocciolati da Sylvain Auzou, vicedirettore delle Giornate degli Autori, danno la misura di cosa aspettarsi da questa dodicesima edizione dei Venice Days, nel corso della settantaduesima edizione del Festival di Venezia. «E non ci saranno solo drammi e film duri – continua Auzou – ma thriller e commedie, perché il cinema deve essere anche un piacere».
A celebrare il suo secondo anno di vita è invece il Premio delle Giornate degli Autori assegnato dalla giuria del progetto «28 volte cinema», composta da altrettanti giovani cinefili tra i 18 ed i 25 anni provenienti da tutta l’Unione Europea, e presieduta dal regista francese Laurent Cantet, vincitore della competizione l’anno scorso con il film Ritorno a l’Avana. All’interno del progetto, anche la collaborazione con il Premio Lux promosso dal Parlamento europeo, i cui tre finalisti verranno proiettati nel corso delle Giornate. L’Italia sarà rappresentata da Mediterranea dell’italo-americano Jonas Carpignano, già in concorso alla settimana della critica di Cannes 2015; gli altri due titoli sono invece Mustang del turco Denis Gamze Ergüven ed il bulgaro The Lesson di Kristina Grozeva e Peter Valchanov.
A contendersi il neonato Premio delle Giornate ci saranno anche un buon numero di opere prime, tra cui Arianna di Carlo Lavagna, interpretato da Ondina Quadri e che, dice il regista, «parla di una ragazza che scopre che la sua identità non è quella che pensava». Il padre della protagonista, Jacopo Quadri, porta invece tra gli Eventi Speciali il suo Il paese dove gli alberi volano – Eugenio Barba e i giorni dell’Odin: «dopo il film su Luca Ronconi – racconta il regista –è un mio ulteriore avvicinamento ai maestri del teatro che erano legati a mio padre Franco Quadri». Il concorso delle Giornate ospita poi il ritorno a Venezia di Ascanio Celestini con Viva la sposa: «la storia di un gruppo di persone che vivono una vita fatalista intorno ad un bar del quartiere romano del Quadraro, mentre una donna americana appena uscita dal coma fa un viaggio a Roma vestita da sposa», spiega Celestini. Il terzo italiano in concorso sarà Vincenzo Marra con La prima luce, una storia di figli contesi tra il Cile e l’Italia con protagonista Riccardo Scamarcio.
Dal Cile viene anche La memoria de l’agua di Matias Bize, che torna alle Giornate degli Autori dopo il suo La vida de los peces del 2010. C’è poi la Tunisia dell’esordiente Leyla Bouzid ed il suo A peine j’ouvre les yeux, la Cina di Underground Fragrance di Pengfei, e molti altri.
Ad inaugurare la manifestazione di quest’anno, oltre aL film d’apertura El Desconocido di Dani de la Torre, sarà anche la quarta edizione di Bookciak azione!, premio dedicato all’incontro tra cinema e letteratura in cui una giuria presieduta da Gabriele Salvatores premierà il miglior bookciak movie: un video ispirato ad uno dei romanzi della banca dati di bookciak.
Nell’ambito dei Miu Miu Women’s Tales, anche quest’anno verranno proiettati dieci cortometraggi «al femminile» di registe internazionali: da De Djess di Alice Rohrwacher a Le donne della Vucciria di Hiam Abbass, passando per Les 3 boutons della maestra Agnès Varda, Leone D’Oro alla carriera a Cannes. Con il progetto Laguna Sud – Il cinema fuori dal palazzo, i curatori Giorgio Gosetti ed Andrea Segre porteranno «il cinema – con le parole di quest’ultimo – dove la mostra non è mai arrivata».
Nell’ambito degli Eventi Speciali, inoltre, si celebrerà il compleanno di Ingrid Bergman con il film sulla sua vita in Italia Viva Ingrid! di Alessandro Rossellini ma, scherza Giorgio Gosetti, «involontariamente scritto da lei». Infine, con il documentario Harry’s Bar, Carlotta Cerquetti narra la storia del locale di Venezia e del suo proprietario Giuseppe Cipriani: «l’osservazione del lavoro di un ristoratore un po’ speciale – racconta – è diventata il racconto di ottant’anni di storia veneziana».
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