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Il cinema francese si festeggia coi Césars

Il cinema francese si festeggia coi Césars

Parigi La vita di Adele e Kechiche tra i superfavoriti. Nella categoria del miglior film straniero anche La Grande bellezza

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 1 febbraio 2014

Tra le migliori attrici non protagoniste in corsa per i Césars, l’equivalente in Francia dei nostri David di Donatello (più o meno) appare anche il nome di Julie Gayet, il nuovo amore del presidente Hollande nominata per Quai d’Orsay di Bertrand Tavernier. Cosa piuttosto divertente visto che nel film interpreta la consigliera seduttrice di un ministro … La notizia viene data con più enfasi, a dire il vero, in Italia dove i media sono sembrati più appassionati agli amori in corso del presidente francese di quelli d’oltralpe (anzi nei giorni «caldi» della storia sul sito del quotidiano Libération era uscito sulla passione italiana e internazionale per l’argomento anche un articolo. Titolo «Chi é Julie Gayet?»).

I riflettori in Francia sono invece tutti per La vita di Adele, Palma d’oro all’ultimo festival di Cannes, amatissimo dalla critica, che corre in molte categorie (film, regista Kechiche, migliore attrice protagonista Léa Seydoux, migliore speranza femminile Adèle Exarchopoulos) anche se nelle nomination è stato superato da Tutto sua madre (ora in sala) di Guillaume Gallienne (dieci contro otto), grosso successo d’incassi nelle sale transalpine.

Lo troviamo anche nella categoria miglior film e regista con Neufs Mois ferme di Albert Dupontel (sei nomination), il magnifico Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie, Jimmy P. di Arnaud Desplechin, Il passato di Asghar Farhadi e il capolavoro La Venere in pelliccia di Roman Polanski. (tutti gli autori sono nella categoria miglior regista).

Nella categoria migliore interpretazione maschile troviamo di nuovo Guillaume Gallienne e poi Michel Bouquet (Renoir), Albert Dupontel (Neuf Mois ferme), Mathieu Amalric (Jimmy P.), Fabrice Luchini (Moliére in bicicletta), Mads Mikkelsen (Michael Kohlhaas), Grégory Gadebois (Mon âme par toi guérie). In quella per la migliore interpretazione femminile Bérénice Béjo (Il passato), Sandrine Kiberlain (Neufs Mois ferme), Catherine Deneuve, (Elle s’en va), Sara Forestier (Suzanne), Fanny Ardant,(Les Beaux Jours) e Emmanuelle Seigner (La Venere in pelliccia). Ignorato François Ozon col suo Giovane e carina (a parte Marina Vacth, la protagonista come migliore speranza femminile) forse perché non gli sono state perdonate le goffe «sparate» durante il festival di Cannes (tutte le donne sognano di essere prostitute), ma soprattutto la scanzonata autofinzione Un castello in Italia, il miglior film di Valeria Bruni Tedeschi regista e attrice bravissima (c’è Marisa Borini nella categoria attrice non protagonista). Nel miglior film straniero La Grande bellezza in corsa tra gli altri   con  Blue Jasmine e Gravity.

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