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Il cinema ad alta temperatura

L'impaziente inglese Forse non è la prima volta che ho scritto di come in Italia l’estate non sia la stagione del cinema. Sì, c’è qualche esibizione all’aperto, il cinema sotto le stelle, […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 6 luglio 2019

Forse non è la prima volta che ho scritto di come in Italia l’estate non sia la stagione del cinema. Sì, c’è qualche esibizione all’aperto, il cinema sotto le stelle, ecc, ma si tratta di film successo dell’anno o forse dell’anno precedente e per i nuovi film – come quest’anno C’era una volta ….in Hollywood di Quentin Tarantino – dobbiamo aspettare fino a settembre. Negli Stati Uniti è diverso: i blockbuster entrano nelle sale proprio in piena estate, col 4 luglio, una vacanza importante per i cinema. C’è proprio un genere di film che si basa su questo modello, di solito un film colossale con tante esplosioni e Dwayne Johnson o Tom Cruise. In Italia, invece, vogliamo andare in montagna o al mare, e poi passeggiare, mangiare del buon cibo in compagnia e non ci passa proprio per la testa l’idea di rinchiuderci in una sala e masticare popcorn. Ma il cinema per gli americani è sempre un rifugio – anche dal caldo.
C’è una scena in Nemico Pubblico di Michael Mann in cui Johnny Depp nei panni di Dillinger porta la sua ragazza al cinema per evitare il caldo della serata – SPOILER: non ha un lieto fine per lui. Ma oltre all’aria condizionata il cinema porta altre temperature. Per esempio, nel giugno del 1982 «La Cosa» di John Carpenter esce nelle sale negli USA. Ambientato nell’Antartico è un film freddo, di neve e ghiaccio, con Kurt Russell che rabbrividisce dal freddo mentre aspetta una morte gelida. Uscì in piena estate. In Italia uscì a novembre e non ebbe lo stesso effetto. «Shining» di Stanley Kubrick è più una poesia dedicata alla neve che un film dell’orrore e uscì tra maggio e giugno. In Italia: a dicembre. «Lawrence d’Arabia» di David Lean, un film che scotta con il caldo estremo del deserto invece esce negli USA in dicembre. La gioia di soffrire un caldo rovente, la sabbia, il sole che batte così forte che gli uomini perdono la testa ed uscire poi dalla sala a New York in pieno inverno crea un contrasto molto piacevole.
C’era un episodio della sitcom «Cheers» in cui gli ospiti del famoso pub di Ted Danson litigano su quale film mostra più sudore. Suggeriscono «Alien»; «Das Boot» è un altro suggerimento. Vorrei aggiungere «Nick Mano Fredda» e «Apocalypse Now» e «Il Buono, il Brutto, il Cattivo». Paul Newman in prigione a sudare e lavorare in strada e che mangia cinquanta uove sode… Martin Sheen in Vietnam con il sudore che gocciola dalla sua sigaretta… Clint Eastwood quasi morto per il caldo nel deserto del Nuovo Messico … queste sono le temperature che il cinema regala, l’esperienza viscerale, fisica che le immagini possono comunicare. E per me è sempre bello se dopo esco in una realtà di tutto contrasto.

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