Cultura

Il centro polimorfo di Sonar 2017

Il centro polimorfo di Sonar 2017

Rassegne Si è concluso il tradizionale appuntamento di Barcellona. Tra concerti, mostre e performance artistiche e workshop sulle "tendenze tecnologiche"

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 18 luglio 2017

Nella sua 24° edizione il Sonar di quest’anno (terminato alcuni giorni fa), con più di 120.000 visitatori provenienti da un centinaio di diversi Paesi, raggiunge il record di pubblico. Il Festival di Barcellona disegna sempre lo “stato dell’arte” tra mercato e (sub)culture del presente, in alcuni suoi complessi fattori articolati da un pubblico eterogeneo e internazionale. Una miscellanea che riesce a confermare il Festival di musica elettronica catalano come tra i più importanti del panorama musicale contemporaneo: tra concerti e dj set, oltre 130 performance esibizioni che hanno attraversato tutte le derivazioni possibili del suono urbano. Se ha un senso declinarle ci imbattiamo dall’elettronica sperimentale, al tech-house, alla dance, alla tecno con “teste di serie” come Bjork, Moderat, Nicolas Jaar, Nina kraviz, Soulwax. Jon Hopkins e Carl Craig.

BARCELLONA malgrado il generoso tentativo di serio riformismo amministrativo appare – forse in una valutazione impressionistica derivata dallo sguardo su alcuni quartieri del centro gentrificato- comunque vittima della espansione turistica, modificata nei modi di consumo e ovviamente dai soggetti che costituiscono “i turisti”. Che rapporto possa scaturire tra egemonia del consumo, nessi amministrativi e un’istituzione come il Sonar è ancora tutto da decifrare. Parliamo di prezzi, uso degli spazi e sponsor che si legano agli eventi.

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TORNANDO al tema possiamo certamente dire che questo Sónar Festival 2017 possa considerarsi l’edizione migliore da alcuni anni a questa parte: tra artisti, conferenze e fruibilità del Fiera Uno e Due durante le tre giornate e le due notti. Non solo performance di artisti dei vari continenti, ma anche cicli di conferenze, centinaia di workshop del Sónar +D che hanno fatto incontrare esperti, creativi e investitori sotto il tema “tecnologia e industria creativa convergono”. Ma è apparso evidente come quest’anno la sezione +D, alla sua quinta edizione, abbia portato al Festival un valore aggiunto, quasi autosufficiente. Nel metodo di incontro tra creatività e intelligenza artificiale si è discusso non solo di innovazione o “tendenza tecnologica” ma di come algoritmi possano anche entrare a far parte di un processo di creazione artistica .

Il crescere dell’attenzione del pubblico a riflettere su questi grandi cambiamenti, che tendono sempre più ad espandersi in nuove forme interdisciplinari e inter-mediali, ha popolato le sezioni Start up e Meet the Expert, lo Start Up Garden, e il Networking Day che quest’anno ha anticipato di un giorno l’apertura del Festival che aveva come punto di forza anche l’esibizione di Bjork con dj set di quattro ore.

L’ESIBIZIONE forse non memorabile dell’icona islandese – sempre più propensa al nascondere, spettacolarizzare il suo disagio – era perà legata ad una “mostra”, dei video con sistemi di realtà virtuale che permettevano di ascoltare e cogliere una sorta di “intimo universo sentimental-digitale” . Altra mostra oltre quella iperbolica di David Bowie al Museo del Design era quella di Brian Eno, Lightforms/Soundforms, i cui lavori fatti del dialogo tra luce e suono si espongono al Santa Monica Arts. Eno ha rapporto privilegiato con iil Sonar: l’altr’anno proprio la conferenza introduttiva segnò una delle tante differenze di carattere “politico” con qualsiasi altra “macchina-manifestazione musicale”, interrogando il meccanismo del profitto a scapito delle collettività, una “Età” questa che descrive le cose -sé stessa- principalmente in termini economici. Ma la musica – ribadisce ancor oggi il compositore- spesso nasce da minoranze come neri, ebrei, irlandesi, dai senza-potere della società.

Che Festival potevamo incontrare in questo giugno 2017 ? La tendenza generale di contaminazione tra pop ed elettronica si era palesata definitivamente a partire dallo scorso anno nel Primavera Sound (che si tiene nel capoluogo catalano due settimane prima) con line up agguerrite, con l’ipotesi un po’ ambiziosa di (dis)integrare le certezze dei “pubblici”.Ma la tenuta del Sonar è indubbia con i suoi spettatori sempre più numerosi durante i concerti pomeridiani – più le migliaia di persone che hanno seguito il festival in streaming – ed il pubblico spagnolo che cresce in percentuale.

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PROTAGONISTI  di un ‘palco espanso’ segnaliamo l’esibizione di DJ Shadow, un monumento con una ultra ventennale carriera (e lucido anche nella discussione del Sonar D+) tra i migliori one man live del Festival catalano. Oltre Moderat, star assolute con over pubblico – ma il cui show e “flusso” di era stato interrotto da qualche problema tecnico- era affolattissima la performance serale di Nicolas Jaar. Figlio del grande artista cileno Alfredo Jaar, oggi, a soli ventisette anni, Jaar con un mix di elettronica minimale ed elettro-acustic, strumentazione anche Classica come il Pianoforte, è ormai riconosciuto come uno dei migliori esponenti dell’ultima ondata elettronica. Anche i Soulwax tra le migliori esibizioni. Una band attiva dal 1995(una scissione della band ha creato gli ottimi 2manyDjs) che dal vivo produce uno spettacolo clamoroso fatto di batterie e ritmi electro, synth-pop. Perfette esibizioni sia dei veterani dell’età aurea dell’HipHop i De La Soul che dello storico Carl Craig tra i grandi nomi tutelari dell’esperienza della scena della Motor City. Carl Craig Versus Synthesizer Ensemble, A symphony of Techno è stato sicuramente uno dei concerti più rilevanti del SonarLab, tastiere sintonizzatori, formazione con cinque componenti più la capacità al Piano di Francesco Tristano che aggiorna insieme a Craig un progetto del 2008. Si sono esibite altre figure importanti del movimento LBGT, come The Black Madonna, Dj di Chicago che di giorno è un avvocata impegnata contro la discriminazione gay.

Sia la parte pomeridiana che la parte notturna del Sonar si sono organizzate sempre meglio gestendo sempre meglio la creazione di nuovi spazi .Ma forse lo Spirito del Tempo per il Sonar è il “tornare indietro”: il SónarCar che ha trasformato in un club, un cerchio di tende rosse da tremila posti, una parte del Sónar de Noche. Il set dei Masters at Work con sette ore complessive (forse senza mai scendere un alto numero di Bpm) ci riporta al clubbing e muove tutte le dancefloor Il Sonar diffuso, festival-sistema, oltre Reykjavik,Hong Kong – location confermate- il prossimo anno il proverà a tornare anche ad Istanbul. Nel 2018 si celebrerà a Barcellona il suo quarto di secolo.Una istituzione più lunga del sound di una sola stagione.

ALCUNI LINK

www.enunai.com/sonartv/index.php/welcome/ficha/53

www.sonartv.es

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