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Il Cavaliere non si presenta e parte lo show dell’avvocato Di Pietro

Il Cavaliere non si presenta e parte lo show dell’avvocato Di PietroSilvio Berlusconi

Berlusconi Il processo sulla compravendita di senatori

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 febbraio 2014

Come previsto Silvio Berlusconi ieri non si è presentato in aula e con ogni probabilità non lo farà nemmeno oggi, quando si riproverà a celebrare il processo che lo vede imputato per corruzione nella presunta compravendita di senatori tesa a far cadere il governo Prodi. Ad accusarlo Sergio De Gregorio, l’ex senatore dell’Idv passato al centrodestra a suo dire per 3milioni di euro, che ha patteggiato la pena di un anno e otto mesi diventando la gola profonda dell’inchiesta della procura di Napoli. Il Cavaliere, coimputato insieme a Valter Lavitola, è stato dichiarato contumace e i lavori sono stati rimandati di 24 ore anche perché la giudice Loredana Aciero ha formalmente lasciato il suo posto, come già annunciato. La presidente del collegio è infatti sposata con Antonio Laudati, coinvolto in un procedimento del Csm per le indagini su Giampaolo Tarantini.

Nella falsa partenza non sono mancati i coupe de théâtre. I difensori dell’ex presidente del consiglio, con a capo Nicolò Ghedini, hanno infatti provato a far valere un difetto di notifica con replica di Antonio Di Pietro che ha indossato di nuovo la toga, ma per la prima volta nei panni di avvocato. Il team del Cavaliere ha tentato di sollevare un’eccezione sulla richiesta a comparire all’udienza inviata dai giudici. Avviso che sarebbe stato portato a mano nella residenza di Arcore e consegnato a Marinella Brambilla, la segretaria personale di Berlusconi addetta alla ricezione dei documenti. E proprio sulla risposta ai difensori di Berlusconi è partito il Di Pietro-show, che nel procedimento rappresenta l’Idv, costituitasi parte civile: «Va ricordato che la signora Brambilla non è la quisque de populo – ha detto l’ex pm – ma è quella giuridicamente e lavorativamente legata a Berlusconi. Non bisogna offendere l’intelligenza di qualcuno nel dire che Arcore è un luogo sconosciuto. Mi rimetto alla saggezza della corte. Ma dire che la Brambilla non è legittimata è come dire che siamo a Napoli ma non siamo a Napoli». Stessa replica da parte del procuratore Woodcock. La difesa vuole forse tirare per le lunghe la schermaglia processuale per mandare tutto in prescrizione? «Non è assolutamente vero – ha sostenuto Ghedini – Noi siamo qui per celebrare il processo in tempi celeri e siamo convinti di essere assolti».

Molto probabile però che nell’udienza di questa mattina, davanti a un secondo collegio presieduto questa volta da Nicola Russo, la difesa proverà a eccepire la competenza territoriale, allungando i tempi. Ma nel frattempo si rincorrono le voci su una nuova indagine della procura di Napoli, distinta dal filone De Gregorio, sempre sulla presunta compravendita di senatori, ovvero l’Operazione libertà che negli anni dal 2006 al 2008 Silvio Berlusconi avrebbe messo in atto per buttare giù Prodi con ogni mezzo, secondo le dichiarazioni di De Gregorio ma anche in base alle prove che avrebbero raccolto gli inquirenti. Tra i parlamentari che sarebbero stati contattati per convincerli a cambiare casacca in cambio di favori o danaro, ci sarebbe anche Ferdinando Rossi, che all’epoca sedeva a palazzo Madama per il Pdci. Nell’interrogatorio dello scorso 21 gennaio Sandro Bondi, in quel periodo coordinatore di Forza Italia, ha prima affermato di non ricordare il senatore Rossi per poi supporre che, qualora ci fossero stati contatti, sarebbero stati finalizzati a far maturare il dissenso e non il cambio di schieramento politico. Bondi ha poi ammesso di aver finanziato De Gregorio ma solo «perché ci fu accordo politico formalizzato, con annesso contratto di finanziamento stipulato da me per conto di Forza Italia nel 2007 preparato dallo studio dell’avvocato Abrignani».

Dalla procura hanno stilato una lunga di testimoni autorevoli tra cui Romano Prodi, la senatrice Anna Finocchiaro e lo stesso Ghedini che però ha replicato: «Sarei molto felice di farmi sentire, ma è legislativamente impossibile». Oggi si ricomincia.

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