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Il caso Verdini agita Pd Rossi: rifiutarne i voti

Il caso Verdini agita Pd Rossi: rifiutarne i votiIl presidente del senato Pietro Grasso – Foto La Presse

Riforme Oggi parte la maratona per l'approvazione del nuovo senato. Incognita Grasso su 75milioni di emendamenti

Pubblicato circa 9 anni fa

Inizia oggi a Palazzo Madama l’illustrazione degli emendamenti alla riforma costituzionale, con l’incognita delle oltre 75milioni di ’correzioni’ presentate da Roberto Calderoli. Oggi si capirà se il leghista è disponibile a un accordo. In ogni caso il presidente Grasso dovrà comunicare la sua decisione per consentire che il voto finale ci sia, come già stabilito, il 13 ottobre. Da New York il premier fa sapere di non temere ritardi perché i milioni di emendamenti sarebbero stati presentati con «una modalità tecnica non conforme al regolamento». In pratica l’ex lettiano Francesco Russo chiederà la verifica della correttezza delle firme elettroniche, procedura finora mai usata (tant’è che lo stesso Calderoli ha presentato alcuni emendamenti ’veri’ in cartaceo e con firma autografa, per non rischiare che vengano respinti).

Comunque vada, dopo l’accordo fra maggioranza e minoranze Pd la suspence sul voto finale della riforma è molto diminuita. Sta invece risalendo la temperatura nel partito dopo un articolo di Repubblica in cui Denis Verdini raccontava di essere «il taxi» dei transfughi berlusconiani verso il Pd di Renzi e di prepararsi ad entrare in coalizione con il Pd presto liberato della (residua) sinistra interna.

La cosa ha fatto imbufalire Bersani &Co. Ma dal Nazareno non è arrivata nessuna smentita, neanche d’ufficio. Segnale inquietante per le minoranze che si sono appena arrese sulla riforma sperando di aver così salvato il Pd dal «soccorso azzurro». Ieri Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana ma anche (auto)candidato alla futura sfida per la segreteria ha chiesto a Renzi di non accettare i voti del nuovo ciambellano: «Sbaglieremmo nel Pd a pensare che il sostegno di Verdini sia privo di interessi e condizionamenti. Se ci sarà, esso segnerà la qualità delle riforme e dei provvedimenti governativi e tutta la transizione politica e istituzionale ed economica e sociale di cui Renzi si propone come leader». Meglio dire no «ancor prima che per ragioni morali o moralistiche per ragioni politiche».

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