Il caso degli Young Fathers, esclusi da un festival perché aderiscono al Bds
Germania L'evento musicale Ruhrtriennale aveva cancellato l'esibizione del trio hip hop, ma ha poi fatto marcia indietro dopo le proteste di decine di artisti
Germania L'evento musicale Ruhrtriennale aveva cancellato l'esibizione del trio hip hop, ma ha poi fatto marcia indietro dopo le proteste di decine di artisti
«Ci inquieta il tentativo fatto in Germania di imporre condizioni politiche agli artisti che supportano i diritti umani dei palestinesi». In una lettera aperta, decine di musicisti, artisti e personalità del mondo del cinema hanno espresso il loro dissenso verso la scelta di un Festival musicale tedesco – Ruhrtriennale – di revocare la partecipazione del trio hip hop scozzese Young Fathers a causa della loro adesione al Bds (il movimento per il boicottaggio anche culturale di Israele). Tra i firmatari ci sono Aki Kaurismaki, Ken Loach, Mike Leigh, Patti Smith, Peter Gabriel, Noam Chomsky, Brian Eno, i Massive Attack, Viggo Mortensen e Roger Waters.
E un’altra dichiarazione pubblica è stata scritta dagli artisti che in seguito alla scelta del Festival hanno cancellato la loro partecipazione, fra i quali Laurie Anderson, che hanno espresso il loro rifiuto per l’idea che le istituzioni «possano in alcun modo avere il potere di chiedere agli artisti di rinunciare ai loro principi politici in cambio della partecipazione ai loro programmi».
In seguito a questa sollevazione generale il Festival è ritornato sui propri passi, e ha rinnovato il suo invito al gruppo hip hop.
La direttrice artistica Stefanie Carp ha scritto a sua volta sul sito ufficiale di Ruhrtriennale: «Dopo le molte discussioni e una lunga riflessione, desidero correggere il mio approccio: vorrei invitare nuovamente i Young Fathers a Bochum il 18 agosto anche se non condivido la loro visione del Bds», e ha aggiunto che «da tedesca, per me è naturalmente difficile venire accostata a un movimento che boicotta Israele, ma dopotutto ho invitato i Young Fathers, non il Bds».
«Siamo felici che la protesta a livello internazionale abbia convinto la direzione del Ruhrtriennale a cambiare la propria decisione repressiva», continua la lettera aperta diramata dagli artisti. «Ci opponiamo fermamente a ogni forma di razzismo e discriminazioni basate sull’identità, comprese l’ostilità ai neri, il sessismo, l’antisemitismo, l’islamofobia e l’omofobia. Confondere azioni non violente per porre fine all’occupazione e alla violazione dei diritti umani perpetrate da Israele con l’antisemitismo è falso e sbagliato. Nega ai palestinesi il loro diritto alla protesta pacifica e mette in pericolo la stessa lotta all’antisemitismo».
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