Lavoro

Il caso Alcatel visto da Renzi: “Tirano uova, farò le crepes”

Il caso Alcatel visto da Renzi: “Tirano uova, farò le crepes”I lavoratori manifestano

Desertificazione hi-tech Il premier sceglie di inaugurare la nuova sede della multinazionale delle tlc, progettata per 700 addetti quando nella vecchia erano in 2.300. Rsu e sindacati lo contestano: "L'azienda taglia altri 586 lavoratori, il 50% nel settore di ricerca e sviluppo. E ha disatteso gli accordi con il ministero".

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 7 novembre 2014
Riccardo ChiariVIMERCATE (MONZA)

Entra da una porta laterale Matteo Renzi, lasciando al suo seguito l’onore di passare dal portone principale della nuova sede di Alcatel Lucent, progettata per 700 addetti quando nella vecchia sede erano 2.300. Sulle auto dello staff presidenziale piovono un paio di uova, lanciate dagli almeno 500 manifestanti che nonostante la pioggia protestano a gran voce, tenuti a distanza di sicurezza da un robusto cordone di polizia e carabinieri. Poche ore dopo il demagogo, all’assemblea Anci, avrà a dire: “Mi tirano le uova? Sono pronto a fare le crepes. Quando c’è una crisi il presidente del consiglio deve fare il sindaco, non il coniglio, non deve scappare, deve mettersi in gioco”. Ma la notizia non dovrebbero essere le uova. “Quando l’abbiamo incontrato – racconta Angela Mondellini, segretaria Fiom di Monza e Brianza – gli abbiamo spiegato perché non era opportuno partecipare all’inaugurazione di una sede che conterrà solo 700 dipendenti. Mentre tutti gli altri (1.200, ndr) saranno scorporati o in esubero strutturale”.

I delegati di Fiom, Fim Uilm e Usb raccontano che Renzi sapeva bene dove stava andando, e che cosa sta facendo Alcatel Lucent: “Ha dimostrato di essere a conoscenza della situazione”. Sarebbe stato strano il contrario, visto che è da più di un anno che la multinazionale ha avviato l’ennesimo “piano di ristrutturazione”, il cosiddetto Shift Plan. “Per l’Italia i ‘nuovi’ tagli sono 586 – denuncia da allora la Rsu – che si aggiungono ai 103 del piano precedente, su un organico in Italia di circa 1800 addetti. Per il personale di ricerca e sviluppo i tagli sono il 50%, 247 su 550 addetti complessivi. I restanti 300 tagli colpiscono le attività di supporto, amministrative e commerciali”.

Va da sé che Alcatel Lucent afferma di volere un accordo per i “lavoratori in esubero”. Con esternalizzazioni e cig straordinaria. “L’implementazione del piano – chiude la multinazionale – ha prodotto impatti positivi sui risultati dell’azienda”. Per forza: “Si tratta di una carneficina – ricorda la Rsu – se si pensa che questi tagli si aggiungono a quelli dei piani di ristrutturazione degli anni precedenti”. Il tutto nella cosiddetta “Silicon valley” brianzola.

Quanto alla scelta politica di Renzi di andare ad Alcetel Lucent, per poi parlare di “fare le riforme”, “fare innovazione” e “implementare l’agenda digitale”, esibendosi anche nel consueto ossequio ai padroni di casa (“Velocità, fiducia, semplicità e accountability sono le parole d’ordine dell’Italia? No, del team Alcatel. Ma servono anche alla nostra burocrazia”), può bastare la memoria viva, e dolente, dei tecnici e ricercatori hi-tech, in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni: “Alcatel-Lucent ha disatteso gli accordi presi al ministero nel 2012, con la promessa non mantenuta di assegnare nuove attività industriali in questo paese, e gestendo in modo vergognoso i 103 colleghi in cig da anni”. Ma le uova fanno più notizia…

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