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Il carnevale di Viareggio resiste alla spending review

Il carnevale di Viareggio resiste alla spending review

SanaMente Un viaggio nella città toscana che mantiene ancora l'opulenza della festa tra maschere e coriandoli

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 26 febbraio 2014

Il martedì grasso, ultimo e più opulento dei sette giorni di carnevale, è stato sottoposto da molti comuni a forzate diete dimagranti per questioni di cassa. Basti pensare che Cento, Emilia Romagna, ha rinunciato a festeggiarlo con la storica sfilata dei carri. Resiste Viareggio, dove sulla pubblica via, scorrerà, irriverente e satirica, la quattrocentesima passerella in cartapesta del nostro Bel e Mal Paese.

Domenica 2 marzo Terzo Corso Mascherato «Carnevale senza frontiere», il 4 Quarto Corso Mascherato «Super Martedì« e concertone gratuito in piazza Mazzini, alle 21. 30 con la Super Band: Federico Poggipollini chitarra, Sergio Carnevale batteria, Marco «Garrincha» Castellani basso, e Megahertz tastiere. Cioè la band protagonista dell’ultima edizione di X Factor. Hanno transitato nella Super Band, tra gli altri, Max Gazzè, Andrea Mariani dei Negramaro e Roberto Dellera degli Afterhours.

Per trovare quiete dopo, o prepararsi, al guazzabuglio carnacialesco viareggino, vi suggeriamo di spingervi fino a Pietrasanta. Spinta morbida, poiché dista soltanto 14 chilometri. La stagione è propizia. In piazza del duomo e nelle vie limitrofe regna la quiete, il turismo di sapore bobo (borghese/bohemien) e country chic che ha portato inquinamento modaiolo arriverà solo a giugno. Così, adesso, potrete godervi senza intralci di folla e vociare di chiacchiere inutili le statue che Botero, Folon, Mitoraj, Yasuda, hanno regalato alla cittadina, e che mostrano la loro bellezza sotto il cielo della Versilia. Due affreschi di Botero sono nascosti nella piccola chiesa della Misericordia in via Mazzini. E non dimenticate il duomo romanico – gotico tutto marmo, il chiostro della chiesa di Sant’Agostino con il museo dei bozzetti, l’oratorio di San Giacinto.

La pausa aperitivo ha il suo miglior referente in Champagnerì, piazza Crispi 7: 2500 etichette tra cui scegliere, unendole a un tagliere di salumi e formaggi. Il posto è molto accogliente, con le pareti tappezzate di bottiglie e i tavolini apparecchiati senza orpelli superflui. Gli ospitali anfitrioni rispondono al nome di Rita e Dario. Sta in piazza del duomo dal 1930 e si chiama Da Betty la trattoria che vi raccomandiamo. Seduti dentro, ambiente semplice e curato, o a un tavolo del dehors se il sole splende, assaggerete passatina di ceci con gamberi, pappardelle in bianco al cinghiale, la scarpetta con i moscardini, le polpettine di carne, i tordelli, i dolci fatti in casa. Vino al calice o in bottiglia. Ci si attesta intorno ai 25/30 euro.

Altra buona scelta è la Bottega dei Piastroni, omonima via al civico 66, e menu tutto toscano. Tanto per solleticarvi il palato: antipastini di attesa, zuppa di cipolla, pappa al pomodoro, panzanella, polpetta di cinta senese alla mentuccia e pomodorini, torta di mele, crostata di pesche e albicocche. Prezzi analoghi a quelli di Betty. A questo punto siete pronti per il concertone e il Corso Mascherato. O preferite, in alternativa, abbandonarvi a una sana e robusta pennichella?

ldelsette@yahoo.it

 

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