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Il cantante che non t’aspetti

Il cantante che non t’aspettiStephen King sul palco

Storie/Attori, presentatori, calciatori, scrittori, ecco i nomi più improbabili imbarcati dalla discografia Gli Oscar del 2019 hanno premiato il film A Star Is Born con la nomination a Lady Gaga come migliore attrice non protagonista. D’altronde il desiderio più o meno consapevole […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 9 marzo 2019

Gli Oscar del 2019 hanno premiato il film A Star Is Born con la nomination a Lady Gaga come migliore attrice non protagonista. D’altronde il desiderio più o meno consapevole di ogni artista è di eccellere in ogni discipina: dal ballo al canto, dalla scrittura alla recitazione. Non è sempre così e abbiamo ottimi attori stonati così come cantanti che, quando provano a sfondare al cinema, si rivelano atroci. Ci sono però scheletri nell’armadio, carriere alternative, ignorate persino dai fan, che hanno visto esordire scrittori, interpreti, calciatori e persino conduttori tv. Alcune di queste continuano, altre sono state abbandonate. Ecco qualche esempio illuminante.

FESTE PERFETTE
A ridosso del Natale passato è uscito l’album Shatner Claus ovverosia l’ultima fatica canora dell’unico capitano Kirk dell’Enterprise: William Shatner. Un disco molto piacevole che raccoglie alcuni classici delle feste, reinterpretati dall’attore a fianco di mostri sacri della musica: nomi come Henry Rollins, Brad Paisley, Ian Anderson, Billy Gibbons degli ZZ TOP.
Shatner Claus ha poi come asso nella manica un pezzo prorompente, una Silent Night mai così inquietante, rivisitata a fianco di Iggy Pop. Non è il primo album dell’attore: l’esordio è avvenuto nel 1968 con l’essenziale The Transformed Man, nel quale Shatner unisce testi di Shakespeare con la musica pop, un disco soprattutto parlato, ipnotico, con i testi delle canzoni recitate con tono eccessivamente drammatico. Da quell’esordio sono seguite altre 6 fatiche canore, compresa la strenna natalizia: non male per un’artista non proprio famoso per essere intonato.
Anche Mr. Spock, Leonard Nimoy ha avuto nel passato una carriera come cantante, ma a differenza del collega interstellare, sfornando dischi sempre legati alla sua controparte vulcaniana: 5 lp (Leonard Nimoy Presents Mr. Spock’s Music from Outer Space; Two Sides of Leonard Nimoy; The Way I Feel; The Touch of Leonard Nimoy; The New World of Leonard Nimoy) e varie compilation, una produzione non memorabile dal 1967 al 1970, con una predilezione sia per il recital che per il country. Si può dire che il Nimoy cantante non sarebbe potuto esistere senza il suo alter ego dalle orecchie a punta: con messaggi di pace e di amore universale, con tormentoni come «assolutamente illogico» che facevano sbrodolare di gaudio i fan, siamo davanti al caso eclatante di un buon attore trasformato in vocalist dal business della musica.

MOLTO PERSONALE
Diverso discorso per Nichelle Nichols, il tenente Nyota Uhura, che cantò in tre dischi, due a tema Star Trek (Uhura Sings del 1986 e Out of This World del 1992) e uno più personale, quello dell’esordio nel 1967, il discreto Down to Earth, nel quale la sua splendida voce risalta su canzoni lounge non sempre all’altezza. Cantante per il mitico Duke Ellington, interprete apprezzata nei nightclub, Nichols non sfondò mai davvero nella musica.
La maledizione di Star Trek non risparmierà neppure il nuovo comandante Jean-Luc Pickard, ossia l’ottimo Patrick Steward che nel 2016 si presterà a interpretare un terribile disco country, Cowboy Classics Sampler in cui stoneggia imperterrito, e intanto sulla copertina ghigna beato, vestito da vero vaccaro.
La lista degli attori, al cinema e in tv, che si sono improvvisati cantanti è lunga e qui ci soffermeremo solo sulle performance meno celebri. Se da un lato anche i sassi sanno che Jared Leto è voce, chitarra, basso e tastiera dei Thirty Seconds To Mars, in quanti sanno che per esempio Russell Crowe, l’interprete de Il gladiatore, pubblicò nel 2005 un album rock dal titolo My Hand My Heart? Tra l’altro un disco da non disprezzare, ma rimasto solo in ambito australiano. Un peccato perché Russell Crowe mostrava di possedere doti canore incredibili, un talento al pari della sua bravura attoriale.
Anche una star, ora un po’ caduta nel dimenticatoio, come Alyssa Milano, famosa per essere stata la Phoebe del serial Streghe, ha alle spalle 4 album, grandissimi successi tra l’altro, ma solo in Giappone, dove era apprezzata come una sorta di Idol bambina. Sono dischi pessimi, inascoltabili ora come nel 1989, quando l’allora quindicenne attrice incise Look in My Heart, un pasticciaccio pop dance che la portò in cima all classifiche nipponiche. Sempre abbastanza introvabili sono anche The Divine Comedy del 1994 e The Peopletree Sessions del 1998, gli unici parti musicali della modella e attrice Milla Jovovich, famosa per la saga di Resident Evil e per il classico Il quinto elemento di Luc Besson. Soprattutto The Divine Comedy si rivela essere un ottimo disco, rock con canzoni di pop melodico, alcune cantate in ucraino, lingua madre dell’interprete, una voce dalle molteplici estensioni vocali, bellissima e purtroppo, come nel caso del già citato Crowe, mai sfruttata in altre occasioni.
In Italia invece sicuramente ci è andata meno bene a cominciare da Loredana Lecciso, un’opinionista, concorrente vip per la tv e saltuariamente attrice per il teatro, più nota per la relazione con il cantante Al Bano. Sua l’atroce cover di Se mi lasci non vale del 1976, originariamente di Luciano Rossi, ma diventata famosa in tutto il mondo per l’interpretazione di Julio Iglesias. Incredibilmente la versione di Lecciso otterrà un discreto successo all’epoca, un 2009 di bocca buona.

ORCHESTRE E CABARET
Enzo Iacchetti, più noto in tempi recenti come conduttore tv, ha nel suo passato di cabarettista e attore, molti album musicali, soprattutto demenziali e nonsense: la sua migliore opera è senza dubbio Chiedo scusa al signor Gaber del 2009, inciso con l’aiuto della Witz Orchestra di Trieste, un omaggio sincero e a volte commovente al grande Giorgio Gaber. Il suo scheletro nell’armadio però è Pippa di meno, contenuta nel pregevole Canzoni da bonsai del 1991, che raccoglie le sue collaborazioni (geniali) al Maurizio Costanzo Show. Possiamo ricordare la sua performance del brano nella versione remixata da Albertino, in un Festivalbar del 1995, con voce che tenta di imitare (malamente) Vasco Rossi. Sempre della famiglia di Striscia la notizia, uno degli inviati più apprezzati è senza dubbio Max Laudadio che proprio in tempi recenti, nel 2017, ha inciso la canzone Liberi diventando uno dei grandi protagonisti del programma benefico Con il cuore, nel nome di Francesco in onda su Rai 1 con la conduzione di Carlo Conti, al fianco di big come Franco Battiato, Giorgia, Marco Masini, e Nek. Laudadio ha dimostrato, in quell’occasione, inaspettate doti canore con una canzone che si rivela essere una preghiera laica dai toni profondi, molto toccante.

PENNE E PALLONI
Anche il mondo della scrittura è composto da artisti che, nel tempo libero, amano suonare o cantare. Stephen King è uno degli scrittori horror più apprezzati di tutti i tempi con bestsellers del calibro di Carrie, It e Le notti di Salem, ma è anche membro dal 1992 dei Rock Bottom Remainders, un gruppo musicale composto da soli scrittori o sceneggiatori, tra i quali il Matt Groening de I Simpson.
Durante la loro carriera di successi, la band ha persino duettato con nomi del calibro di Bruce Springsteen, Roger McGuinn, Warren Zevon e Lesley Gore.
In Italia Paolo D’Orazio, autore della stupenda raccolta di racconti Primi delitti e fondatore della rivista cult Splatter, suona come batterista attualmente per il gruppo dei comici Lillo & Greg, Latte & i Suoi Derivati, del quale è anche uno dei creatori. Questi sicuramente i nomi più quotati di un panorama che ha visto le performance persino di insospettabili come il saggista, romanziere e critico Danilo Arona, chitarrista del gruppo rock i Privilege negli anni ’70, o Craig Spector, sceneggiatore statunitense, voce e chitarra degli Smash-Cut, altra band composta da soli scrittori.
Diverso invece il caso dei calciatori che, magari in gruppo, come nel caso della Juventus e il loro cd no profit a favore dell’Ospedale Gaslini di Genova nel 2003, se la cavano, ma, da soli, sono insalvabili. Allucinanti le prove canore di Diego Armando Maradona nel 1987 o di Marco Van Basten con Het Is Fijn In Italië Te Zijn, grazie a dio, mai più ristampate. E si potrebbe continuare, aspettando al varco il prossimo goleador, l’attrice o il presentatore di turno.

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