«Il campo largo» a sinistra resta ma è minato. In Sicilia si va avanti con le primarie
Elezioni regionali d'autunno Tre i candidati: Chinnici con il Pd, la 5S Floridia e Fava per il movimento Cento passi. La capogruppo dem alla Camera, Serracchiani: «Sabato ci saranno i gazebo e il voto online ma riguardano la regione. Poi bisognerà interrogarsi sulle politiche»
Elezioni regionali d'autunno Tre i candidati: Chinnici con il Pd, la 5S Floridia e Fava per il movimento Cento passi. La capogruppo dem alla Camera, Serracchiani: «Sabato ci saranno i gazebo e il voto online ma riguardano la regione. Poi bisognerà interrogarsi sulle politiche»
Regionali siciliane d’autunno, per scegliere la candidata o il candidato di centrosinistra sono in corso le primarie: dovevano essere la prova generale del campo largo, in vista delle politiche, e invece rischiano di apparire come l’eco di una coalizione superata dai fatti.
La crisi di governo innescata dai 5S sta terremotando anche la politica siciliana pure se si predica calma. Per oggi è prevista la terza assemblea tematica con i tre candidati della coalizione progressista: il Pd sostiene Caterina Chinnici, magistrata ed eurodeputata al secondo mandato, figlia del giudice Rocco Chinnici ucciso dalla mafia nel luglio ’83; i 5S sono in campo con Barbara Floridia, parlamentare al primo mandato e sottosegretaria all’Istruzione del governo Draghi; la sinistra, rappresentata dal movimento Cento passi, schiera Claudio Fava, figlio del giornalista assassinato da Cosa Nostra pochi mesi dopo Chinnici, attuale presidente della Commissione antimafia dell’assemblea regionale.
Si vota il 23 luglio (ma è necessario registrarsi sul portale www.presidenziali22.it entro il 21), ammessi dai 16 anni in su, con due modalità: dalla piattaforma SkyVote o in uno dei 32 gazebo allestiti.
A una settimana dal verdetto, il Pd predica calma: «Le primarie il 23 si faranno ma riguardano la Sicilia. Poi bisognerà interrogarsi sulle elezioni politiche» ha commentato ieri la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani.
Venerdì era stato il vicesegretario Peppe Provenzano a intervenire: «In Sicilia c’è un percorso che va avanti, il Pd è a sostegno di Caterina Chinnici per la guida di un’alleanza che si è costruita nel tempo a partire dall’opposizione al disastroso governo Musumeci, e che lei può allargare. A livello nazionale stiamo vivendo un momento molto difficile. Il Pd lavora affinché si ricreino le condizioni per proseguire l’esperienza del governo Draghi, con questo perimetro, perché ne ha bisogno l’Italia. Quanto al futuro dell’alleanza nazionale con il Movimento è ovvio che dipenderà anche dall’esito di questa vicenda».
Le scosse romane però potrebbero innescare una slavina in Sicilia. A partire dal fatto che la candidatura Floridia è stata accidentata.
Il leader siciliano dei pentastellati è Giancarlo Cancelleri, sarebbe stato lui l’aspirante naturale a ricandidarsi governatore ma la mannaia del doppio mandato è calata anche su di lui, non senza tensioni per una possibile deroga che non è arrivata.
Il Pd teme che si rimescolino le carte in casa 5S con la tentazione di fare una scelta identitaria e quindi corsa solitaria, magari rimettendo in pista proprio Cancelleri. Una possibilità che però è resa difficile dai tempi troppo stretti per buttare tutto a mare. E magari neppure conviene pesarsi da soli in questo clima avvelenato.
Il Psi ieri ha ufficializzato al segretario dem Letta l’appoggio a Chinnici, ma dal palco del congresso socialista Benedetto della Vedova da +Europa ha fatto il guastatore: «Una campagna elettorale fatta assieme ai 5stelle è la cosa migliore che possa capitare a Giorgia Meloni. Trovo abbastanza sorprendente che in Sicilia si continui come nulla fosse a organizzare le primarie. Il Pd è certo che tra una settimana sarà ancora alleato dei pentastellati?».
Acque agitate anche nel centrodestra. Il governatore uscente Nello Musumeci, voluto da FdI, dovrebbe fare un passo indietro dopo un solo mandato. Meloni rivendica il diritto a scegliere il successore (si fa il nome di Raffaele Stancanelli) ma Fi (primo partito in assemblea siciliana) lavora con Gianfranco Micciché a ottenere il ruolo di play maker schierando l’ex ministra Stefania Prestigiacomo.
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