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Il calcio in streaming: a Dazn i diritti tv

Il calcio in streaming: a Dazn i diritti tv

Media e sport Accordo fra i club: la lega di A volta le spalle a Sky che valuta il ricorso. L'incognita delle connessioni

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 marzo 2021

Nessuno scherzo o rinvio all’ultimo secondo. Stavolta la Lega di A, a poche ore dalla scadenza dei termini (il 29) delle offerte per i diritti tv del massimo campionato di calcio dal 2021 al 2024, ha scelto Dazn, appoggiata da Tim. L’operatore streaming del gruppo Access Industry (che fa capo al miliardario Len Blavatnik), si è aggiudicata la messa in onda di tutte le partite di ogni giornata di campionato, di cui sette in esclusiva e tre in co-esclusiva, con un esborso da 840 milioni di euro complessivo. Un’offerta decisamente sostanziosa, pesando il momento storico del calcio italiano e con l’aggiunta delle perdite causate dalla pandemia e gli stadi vuoti, per un prodotto che negli anni è andato a perdere appeal, come dimostrano anche i recenti risultati nelle coppe europee.

A FAVORE DI DAZN hanno votato: Atalanta, Benevento, Bologna, Cagliari, Fiorentina, Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma, Roma, Spezia, Torino e Udinese, contro le sole Sampdoria, Crotone, Genoa, Sassuolo. L’accordo è stato trovato faticosamente nelle ultime ore dopo mesi di trattative sottobanco, salti da una posizione all’altra, assemblee senza il numero legale, guerra tra i top club del campionato. Molte società hanno avuto difficoltà a distaccarsi da Sky, che ha trasmesso partite di campionato dal 2003, broadcaster che ha inondato di milioni di euro le esangui casse dei club ma che si è presentato con un’offerta da 750 milioni, distante da quella di Dazn, anche se la stessa Sky per recuperare terreno aveva promesso ai club metà delle somma entro un mese, per coprire i buchi di bilancio delle società. Per Sky – che ha comunque già minacciato ricorso – c’è ora l’opzione di aggiudicarsi per 70 milioni di euro le tre partite di A rimanenti per ogni turno, ovvero lo stesso pacchetto a disposizione di Dazn dal 2018 alla stagione in corso.

IL SUCCESSO di Dazn, con l’intervento decisivo di Tim per potenziare il segnale dell’applicazione sul territorio italiano, è stato preceduto da una serie di colpi bassi tra i due broadcaster: qualche giorno fa Sky aveva scritto ai club di A impegnandosi a un’offerta più sostanziosa se i presidenti avessero scelto di far scadere i termini, con immediata replica di Dazn, in una lettera alla Lega, sul pericolo di compromissione dell’integrità della gara, sino al punto finale messo dalla Lega all’iniziativa di Sky, definita irrituale. In ogni caso, con il pacchetto principale della Serie A a Dazn per il prossimo triennio si compie in Italia l’ennesimo successo della modalità OTT (Over The Top), ovvero le piattaforme di videostreaming a pagamento. Come Dazn, appunto, come Netflix, come Disney +, che contano nel nostro paese oltre otto milioni di abbonati. E ora, soprattutto dopo la scadenza dei termini delle offerte per le restanti partite sul tavolo, attendendo magari un accordo tra Dazn e Sky sul terzetto di gare da trasmettere, si gioca la partita più importante per i consumatori: il costo dell’abbonamento a Dazn e come sostenere magari un doppio abbonamento per gli appassionati di calcio, dal momento che Sky Italia conserva i diritti per Champions League ed Europa League.

AL MOMENTO per gli appassionati si profila un orizzonte positivo per quanto riguarda la possibilità di accedere ai dieci match del massimo campionato con un solo abbonamento. Si parla già di un canone non superiore ai 30 euro mensili, al di sotto dei pacchetti proposti da Sky lo scorso anno per sole sette partite. Il problema sarà appunto affiancare anche la visione alla Champions, i cui diritti sono ancora di Sky. Più di un dubbio poi sulla modalità in streaming, anche perché a tutt’oggi circa 16 milioni di famiglie (il 60% del totale) non usufruiscono di servizi Internet su rete fissa o non hanno una connessione fissa a banda ultra larga. L’appoggio di Tim potrà aiutare, ma il rischio di incidenti di percorso – anche pesanti – è dietro l’angolo.

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