Per la prima volta abbiamo un’immagine del buco nero posto al centro della Via Lattea, nella costellazione del Sagittario. Il risultato è stato presentato ieri dagli astronomi dell’Event Horizon Telescope, una collaborazione internazionale che comprende oltre 300 scienziati attivi in dodici osservatori sparsi nel mondo. L’associazione di tanti telescopi distanti tra loro è decisiva. Le differenze nel segnale ricevuto da ciascuno di essi permettono di ricostruire i dettagli del buco nero, trasformando la rete di telescopi in un unico strumento «in grado di vedere una bollicina in una birra in Germania da guardandola da New York», secondo uno scienziato presente alla seguitissima conferenza stampa mondiale.

L’immagine è una conferma dell’ipotesi che al centro della nostra galassia vi sia un buco nero con una massa quattro milioni di volte più grande di quella del Sole e un raggio simile a quello con cui Mercurio gli orbita intorno.
Il team della scoperta è lo stesso che nel 2019 realizzò la prima immagine in assoluto del buco nero M87, un gigante con una massa oltre sei miliardi di volte superiore a quella del Sole posto a 55 milioni di anni luce da noi. Il buco al centro della nostra galassia si chiama Sgr A*, si trova ad «appena» 27 mila anni luce, è più leggero di M87 e ruota più rapidamente. Per questo riuscire ad osservarlo è stato complicato. Oltre a trattarsi di un oggetto assai più piccolo , la luce di Sgr A* arriva a noi attraversando la Via Lattea ed è quindi disturbata dalla presenza di stelle e nubi di polvere interstellare. Analizzare i dati raccolti originariamente nel 2017 ha richiesto perciò cinque anni di elaborazione. Il risultato è nella foto: il buco nero appare buio, com’è giusto che sia: si tratta infatti di un corpo celeste la cui forza di gravità intrappola persino la luce, rendendosi invisibile. Intorno c’è la luce (anzi, le onde radio captate dai telescopi e rappresentate a colori per renderle visibili) emessa dal gas accelerato dalla forza di gravità, che forma l’anello brillante intorno al buco nero.

La presenza del buco nero Sgr A* era già corroborata da altre osservazioni: le stelle vicine sembrano ruotare intorno a un centro di gravità intenso ma invisibile e la teoria della relatività generale di Einstein aveva permesso di fare ipotesi sulla natura di questo corpo oscuro. I dati raccolti dall’Event Horizon Telescope risultano in accordo con quelle previsioni e dunque rappresentano un’ulteriore conferma della teoria einsteiniana.