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Il bruciante pop di Holly Johnson & co

Il bruciante pop di Holly Johnson & coFrankie goes to Hollywood

Note sparse La parabola dei Frankie Goes to Hollywood e del loro leader: ristampati i due storici album

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 gennaio 2021

Holly Johnson, già membro dei gloriosi Big In Japan nella natia Liverpool, si trasferisce a Londra, dove frequenta la locale scena gay-leather (da cui trarrà ispirazione) e compone brani per il gruppo di cui è il frontman, i Frankie Goes To Hollywood. Uno di questi, l’irresistibile funky-pop Relax, raggiunge il produttore Trevor Horn tramite una radio session, e di lì a poco un contratto con la ZTT è cosa fatta. La versione della canzone prodotta da Horn scala le classifiche. Quando la BBC decide di non trasmetterla più per i versi che celano un doppio senso erotico questa, anche per reazione allo scandalo, raggiunge la prima posizione. Nasce un vero e propri culto dei FGTH, con gadget, magliette e svariate versioni remixate del loro pezzo simbolo. Più o meno la stesso clamore accompagna qualche mese dopo il secondo singolo Two Tribes, meravigliosa satira contro la guerra, che prende di mira le 2 superpotenze di allora.

IL DOPPIO ALBUM Welcome To The Pleasurdome (ottobre ’84), che contiene i singoli e alcune cover, è costituito da una serie di sontuosi e astuti collage di suoni in forma di canzoni, con un mood disco ma stili che vanno dal funk al rock, alla new wave, al pop romantico. Una sorta di magma postmoderno dalle liriche eccessive e sarcastiche, ben adatte alla voce di Johnson. Il successo è clamoroso, ma di tutto il gruppo è Johnson l’unico ad avere partecipato pienamente al disco; gli altri vi hanno suonato poco: Horn ha preferito servirsi di musicisti più esperti come J. J. Jeczalik e Steve Lipson e, come nel suo stile, di synth campionati e drum machine.
Intanto la diatriba tra Holly Johnson (considerato un privilegiato in quanto autore) e gli altri FGTH si somma a quella dello stesso Johnson con la ZTT, mentre Horn, con la stampa, si prende tutto il merito della realizzazione dell’album. La band, contro il parere del cantante, vira verso l’heavy rock, sia pur immerso nell’elettronica, nel vano auspicio di sfondare negli Usa. Ne esce tuttavia un buon disco, Liverpool. dalle liriche e il sound epici, che ottiene ottimi riscontri, anche se certo non paragonabili a quelli dell’lp precedente. Ma le tensioni interne spingono inesorabilmente il gruppo verso lo scioglimento.
Sono recentemente uscite per la UMC nuove ristampe in cd e vinile dei due album della band e della preziosa compilation BANG! .

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