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Il bio non si ferma se si ferma la legge per il bio

Il biologico è l’unico sistema produttivo agricolo regolato da norme europee grazie alle quali è chiaro cosa sia, cosa usi ed escluda in fase di produzione e trasformazione, come riconoscerlo […]

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 12 marzo 2020

Il biologico è l’unico sistema produttivo agricolo regolato da norme europee grazie alle quali è chiaro cosa sia, cosa usi ed escluda in fase di produzione e trasformazione, come riconoscerlo sul mercato. In forza a questi presupposti normativi e alla sua riconosciuta valenza per la salute umana e dell’ambiente, lo stesso mercato ne ha decretato il successo degli ultimi anni, facendone crescere superfici, operatori e quote commerciali.

Se il biologico avesse invece atteso interventi legislativi nazionali per favorirne lo sviluppo sarebbe rimasto a bocca asciutta per almeno 3 legislature del Parlamento italiano nel corso delle quali si è fatta una inconcludente “ammoina”. È per questo che, con un certo disincantato distacco, si guarda spazientiti all’inerzia del Senato che sembra destarsi solo per peggiorare il disegno di legge su ‘Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico’, licenziato dalla Camera a fine 2018. Si tratta di una disciplina complementare al quadro normativo comunitario che predispone, ad esempio, un inquadramento alla formidabile moltiplicazione di biodistretti, un marchio nazionale, forme partecipate di governance del settore, la semplificazione amministrativa, un piano nazionale per le sementi bio e uno strategico di sviluppo complessivo, anche tramite la predisposizione di un Fondo.

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