Il bianco e nero estremo di un viaggiatore  a temperature polari
Ragnar Axelsson- Thule, Qaanaaq, Greenland, 1987
Cultura

Il bianco e nero estremo di un viaggiatore a temperature polari

GRANDE NORD «Fotografare è diventata una missione. I ghiacciai si stanno sciogliendo e tra 200 anni non ci saranno più». Intervista con Ragnar Axelsson, che espone le sue foto in «Artico. Ultima frontiera», a Venezia
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 20 gennaio 2017
Il ghiaccio è malato: parole che colpiscono Ragnar Axelsson (detto anche Rax), quando per la prima volta – oltre vent’anni fa – le sente pronunciare da un vecchio nella città più a nord del Circolo Polare Artico. Da quel momento, quella che è una fascinazione per il paesaggio artico quasi irreale e le persone che lo abitano (prevalentemente Inuit) diventa una missione per Rax (Kopavogur, Islanda, 1958). Conosciuto per le straordinarie fotografie che parlano di sfida, sopravvivenza, orgoglio e anche di un silenzio millenario – tra i suoi libri più noti Faces of the North (2004), Last Days of the...
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