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Il 2022 secondo Hrw: diritti universali, abusi globali

Il 2022 secondo Hrw: diritti universali, abusi globaliUna bambina centramericana al confine tra Usa e Messico – Ap

Il rapporto Un filo lega governi democratici e regimi autoritari: la delegittimazione strutturale del diritto internazionale. Una luce: le società civili e i movimenti nazionali e internazionali di protesta. Il focus del manifesto su diritti dei minori nei paesi occidentali

Pubblicato più di un anno faEdizione del 12 gennaio 2023

L’anno dell’invasione russa dell’Ucraina, del consolidamento della leadership talebana a Kabul con il suo bagaglio di guerra alle donne, della rivolta – senza precedenti – in Iran. Un 2022 di poche luci e molte ombre che, per il 33esimo anno, l’associazione Human Rights Watch riassume in 700 pagine di rapporto.

Cento paesi sviscerati secondo un’ottica precisa: il mancato rispetto dei diritti umani, che si tratti di libertà di movimento e libertà d’espressione, eguaglianza di genere, tutela dei minori, giustizia sociale e climatica.

A emergere è una tendenza, tanto pericolosa quanto strutturale, che accomuna regimi autoritari e governi democratici: la delegittimazione del diritto internazionale. Strumentalizzato a fini politici, relativizzato secondo doppi standard, spesso ridotto a orpello, il diritto internazionale nato dopo la seconda guerra mondiale non sembra godere più di un riconoscimento collettivo e dunque di una difesa globale.

Lo sottolinea nella sua introduzione al rapporto la direttrice esecutiva di Hrw Tirana Hassan: «Le leader mondiali cinicamente svendono i diritti umani e la responsabilizzazione di chi ne abusa per calcoli politici di breve termine. (…) Senza alcun controllo, le gravi azioni di governi abusanti montano, cementando l’idea che corruzione, censura, impunità e violenza siano i mezzi più efficaci per raggiungere i propri obiettivi».

Se l’ingresso dell’estrema destra nazionalista nelle istituzioni dei paesi occidentali sta conducendo a un rapido smantellamento di sistemi di diritti ritenuti ormai consolidati, dall’altra parte si sta assistendo alla reazione delle società civili globali. Da sud a nord, il ruolo dei movimenti di protesta nazionali e globali (quello femminista e quello ambientalista in primis) appare il solo argine all’autoritarismo.

Il rapporto è disponibile da oggi sul sito di Hrw. In questa pagina abbiamo deciso di trattare un aspetto e una geografia specifici: diritti dei minori e violazioni compiute dalle istituzioni dei paesi occidentali.

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Usa, ogni tre minuti un bimbo senza genitori

Soltanto nel 2019 negli Stati uniti sono stati incarcerati almeno 240mila minori, con un aumento del 9 percento rispetto al 2010 nella probabilità che all’aresta segua l’emissione di sentenza di colpevolezza e una pena carceraria. I numeri più significativi si registrano all’interno delle comunità tradizionalmente più marginalizzate dal punto di vista sociale ed economico: l’ispanica, l’afroamericana e l’asiatica. Una discriminazione strutturale che si accompagna in tutto il paese a una più generale diseguaglianza interna al sistema di welfare diretto ai minori: ogni tre minuti un bambino viene sottratto dalle istituzioni governative a una famiglia disagiata e povera. In moltissimi Stati, l’orfanotrofio sostituisce di fatto un più efficace sostegno finanziario e sociale alle famiglie con difficoltà economiche.

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Barriere francesi per i piccoli migranti

Se a luglio il Défenseur des Droits (l’autorità francese garante dei diritti) ha accusato il governo di non investire abbastanza nell’educazione nei territori oltremare, in Francia a destare le maggiori preoccupazioni è il trattamento riservato ai minori migranti non accompagnati (mancata accoglienza e diniego della protezione internazionale) e ai figli di cittadini francesi membri dello Stato islamico a cui è spesso negato il rimpatrio. Sono ancora 150 detenuti nei campi in Siria (77 i rimpatriati).

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Spagna, il caso di Cañada Real

Per il terzo anno consecutivo, 4mila persone tra cui 1.800 bambini non hanno alcun accesso all’energia elettrica. Vivono a Cañada Real, slum di Madrid, a cui alla fine del 2020 il comune ha tagliato l’elettricità a fini di sgombero. Nonostante lo scorso ottobre il Comitato europeo per i diritti umani abbia chiesto al governo spagnolo di intervenire a causa dei gravi abusi in termini di igiene, accesso all’educazione e diritto alla casa a Cañada Real, Madrid non ha ancora offerto soluzioni abitative alternative.

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Ungheria, rom sottratti alle famiglie

Sul posto di lavoro, ma anche a scuola e negli orfanotrofi: la comunità rom resta tra le più discriminate d’Ungheria. Lo scorso febbraio è stato un tribunale di Budapest ad accusare il governo di ricorrere alla sottrazione di bambini rom dalle proprie famiglie in misura sproporzionata e sulla base delle mancate capacità economiche familiari. Dall’altra parte i bambini sono utilizzati a fini di discriminazione delle persone Lgbtqi+: un’apposita legge ne riduce i diritti a fronte di una presunta tutela dei minori.

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Australia, indigeni in cella 20 volte di più

I bambini indigeni vengono arrestati e detenuti in un numero venti volte maggiore a quello dei bambini non indigeni, in un paese – l’Australia – in cui l’età minima di responsabilità penale è di soli 10 anni, contro i 14 previsti a livello internazionale. Nel 2022 444 bambini australiani con meno di 14 anni sono stati incarcerati. A ciò si aggiungono condizioni carcerarie considerate non rispettose degli standard internazionali in molti penitenziari minorili, secondo rapporto interni delle stesse autorità nazionali.

 

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