Il 20 e 21 marzo «I Giorni di Orosia»
Finestre di Orosia Qui al cohousing «I giorni di Orosia» sono diventati un incontro annuale...
Finestre di Orosia Qui al cohousing «I giorni di Orosia» sono diventati un incontro annuale...
Qui al cohousing «I giorni di Orosia» sono diventati un incontro annuale. Il Sabato si svolge nella casa «Conversazioni in Inverno», con relatori esterni che raccontano stili e progetti di vita. È nato per salutare amici e amiche e per ascoltare altre storie, modi di esistere. Il giorno dopo, Domenica, in collaborazione con il Comune, proponiamo eventi aperti a tutti, con temi a noi cari: ecologia, convivenze, promozione del territorio. L’anno scorso, 2020, abbiamo rimandato le giornate per il Covid 19. Siamo ancora in questa terribile pandemia, ma sentendo ancora di più il bisogno di dialogo e vicinanza, le riproponiamo online il 20 e 21 Marzo 2021, con la consueta formula gratuita. Il titolo del sabato è «Abito a vita larga». «Abito» come cucire, vestire e custodire la vita nostra e della terra. L’accesso è riservato a chi si registra.
La domenica, aperta a tutti, è dedicata all’abitare come coltivare: «Coltivare culture» il titolo. Cultura della vite: voci di esperti studiosi e vignaioli a proposito del vino biologico. Cultura della vita: su abitare il domani (gli Ecovillaggi), abitare il silenzio: (Voci di eremiti). Coltivare cultura: storia di una biblioteca e altri progetti. I link per le iscrizioni, programmi e dirette si trovano su www.orosia.it. Ma proprio ora il Covid crea distanza nell’abitare tra noi e con la natura. Qui non ci sono no-vax, ma Pier e Luigi e altri sono convinti che la natura, attraverso il Covid, sia giustamente in lotta con le creature umane per la distruzione agita contro il pianeta: inutile agitarsi troppo.
Anna è indignata – sono i maschi che hanno in testa le guerre giuste, e le guerre sono morti. Ernesto, da contadino, dice che quando la natura è ostile bisogna maledirla e difendere a ogni costo se stessi, il raccolto e gli animali. Lola pensa che prima di tutto vada protetta la vita dei più fragili e bisogna organizzarsi in tale senso. Per Smirna, medico, la cura è senza se e senza ma. Per Olga non è la natura a punirci, ma Dio. Cita la storia della Torre di Babele, di cui narra la Bibbia. All’epoca gli uomini parlavano la stessa lingua. Volevano arrivare al cielo per farsi un gran nome: costruivano e basta, come bestie. Dio volle punirli per la superbia e creò scompiglio con le lingue diverse. Non sono quisquilie: sono questioni secolari che hanno forgiato la coabitazione degli umani nelle teorie e nelle pratiche. Un’ombra tra noi, ma oggi il sole e le prime margherite nei prati ci rappacificano, anche con la natura. Ci rappacifica l’idea di poterci sentire vicini nelle giornate di Orosia, di ripensare insieme all’abitare, come nostro essere nel mondo. Vi aspettiamo.
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