ExtraTerrestre

Idrocarburi no, carboidrati sì. A partire dal pane

le e forse lo è, ma uno degli effetti collaterali all’aver scelto il movimento muscolare tradotto sulla strada dalla bici è interrogarsi sul proprio carburante, che nel caso dell’energia metabolica […]

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 20 settembre 2018

le e forse lo è, ma uno degli effetti collaterali all’aver scelto il movimento muscolare tradotto sulla strada dalla bici è interrogarsi sul proprio carburante, che nel caso dell’energia metabolica è il nutrimento. Interrogarsi sulla qualità del nutrimento è uno dei passi direi obbligati di chi sceglie di muoversi utilizzando il proprio corpo come motore e comincia a ragionarci sopra. Non entro qui nelle scelte radicali di dieta (trovo che i vegani siano molto simili, per intensità di percorso, a chi abbandona totalmente il motore endotermico o elettrico come focus del proprio spostamento) e mi limito a segnalare che il ragionamento sul cibo è uno dei cancelli che chiunque si muova in bici deve attraversare, soprattutto nei casi di impegno prolungato nello sport o in viaggio.

A me è capitato di iniziare a ragionare a partire dal pane. Prima di recidere i miei legami con la motorizzazione classica già panificavo a casa da anni, usando il lievito di birra per comodità e rapidità d’esecuzione, e standardizzazione dei risultati. Dopo aver reciso i legami di cui sopra ho cominciato a pensare di migliorare ulteriormente il mio pane, ed è stato un input venuto direttamente dalla semplificazione accoppiata all’enorme gusto che mi ha regalato l’aver scelto la bici a ruota fissa come mezzo. Ho quindi eliminato il lievito di birra e iniziato a usare la pasta madre, ho eliminato la farina doppio zero in favore della semola di grano per la sua molitura più lenta. Ho cominciato a cercare farine di qualità, molite non lontano dalla zona in cui vivo, mi sono interessato alle storie di chi la produceva e così via. Il gusto aumenta via via, il profumo che esce dal forno sempre migliore, e il pane dura più a lungo. Questo miglioramento nell’alimento base occidentale mi è stato regalato da una scelta di spostamento, pensa te. Anche abbastanza necessitato, perché sentivo parecchio l’esigenza di mangiare il meglio possibile proprio per avere una rispondenza energetica sui pedali che fosse efficiente dunque utile: l’utilitarismo è la cifra fondamentale dello spostamento in bici, e ne è il vertice.

Companatico: ammogghu siculo. Mettere pomodori, agli e un peperoncino fresco sulla brace. Quando le pelli si anneriscono tirare fuori, levare le pelli e pestare tutto nel mortaio con capperi parzialmente dissalati. Aggiungere una cascata d’olio, sedersi possibilmente all’aperto e mangiare con pane di casa bruscato. Può anche condire la pasta.

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