Trentino, nato a Cles, fratel Franco Decaminada è stato dal 2004 al dicembre 2011 incaricato dai Figli dell’Immacolata Concenzione della gestione del comparto Idi-Sanità di Roma, dopo il San Raffaele di Milano una delle più grandi aziende ospedaliere di proprietà del Vaticano. L’Idi controlla anche l’ospedale San Carlo di Nancy e Villa Paola, in provincia di Viterbo, oltre a una dozzina di case di cura e orfanotrofi in tutta Italia, una sezione farmaceutica che fattura 20 milioni di euro all’anno. La congregazione è un colosso presente in tutto il mondo, con sedi aperte dall’Argentina alla Guinea equatoriale, dal Congo alle Filippine fino all’Albania.
Ieri Decaminada è stato messo agli arresti dominiciliari nella sua abitazione romana con le accuse di appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta per il fallimento della società di formazione Elea acquisita dai fratelli «concezionisti» nel 2006 (poi fallita), emissione di fatture false per operazioni inesistenti. Come tutti i frati appartenenti a questo ordine Fratel Franco ha fatto voto di povertà. Il 4 giugno 2012 aveva promesso di donare alla Congregazione la villa «l’Ombrellino» a Magliano vicino a Orbetello, un immobile extralusso con parco di 23 mila metri quadrati di terreno e parco, vicino alle terre dove si produce il morellino di Scansano. L’aveva pagata un milione di euro sottratti ai bilanci dell’ospedale che ha diretto per sette anni. Voleva trasformarla in un centro di preghiera. Ma il Gip Antonella Capri non gli ha creduto. Nella sua ordinanza di 20 pagine scrive che si tratta di un«inquinamento probatorio» per alleggerire la propria posizione processuale e per mettere al sicuro l’immobile».
L’inchiesta si chiama «Todo Modo». Reminiscienza sciasciana scelta dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi, insieme ai sostituti Giuseppe Cascini e Michele Nardi che hanno messo agli arresti in carcere Domenico Temperini, amministratore di Idi-farmaceutici e direttore protempore del comparto Idi-Sanità, nonché ex amministratore delegato di Elea, e Antonio Nicolella, componente del Cda dell’Elea e della società lussemburghese Ibos II S.A., nonché socio di un’omonima società congolese. Ieri a Roma e provincia erano ancora in corso 14 perquisizioni con l’impiego di 50 militari della Guardia di Finanza. Altre dieci persone sono state denunciate tra l’altro per riciclaggio e appropriazione indebita.
«Castità, obbedienza, povertà» recita la regola dell’Immacolata Concezione fondata nel 1857 da Luigi Maria Monti con lo scopo di curare la tigna dei contadini e formare gli orfani secondo il dettato evangelico. Ai suoi danni, padre Decaminada, già autore del libro «Maturità affettiva e psicosessuale nella scelta vocazionale», si sarebbe appropriato di 4 milioni di euro, 2,1 prevati in contanti e altri 1,8 milioni da altre società. Temperini avrebbe distratto 350 mila euro di fondi. Quest’ultimo si sarebbe schermato con due società, la Elea spa e l’Elea Fp scarl, per sottrarre altri fondi all’ente religioso con un complesso giro di fatture false. Entrambe le società risultano avere ricevuto dalla Provincia Italiana della Congregazione 11,5 milioni di euro. Il «tesoro» accumulato sarebbe dunque di 14 milioni di euro. «Todo modo» è nata nel dicembre 2011 a seguito di un esposto dei dipendenti dell’Idi che lamentavano il mancato versamento degli stipendi. Furono loro a segnalare le prime irregolarità in una gestione con un buco finanziario da 550 milioni di euro. Un dissesto apparentemente inspiegabile visto che, ai tempi d’oro, l’Idi fatturava 140 milioni di euro, riceveva dalla regione Lazio 90 milioni all’anno, e guadagnava per le sue prestazioni fino a 70 mila euro al giorno. Solo dal 5 per mille l’Idi riceveva tra i 150 e i 200 mila euro. Il Vaticano, e Tarcisio Bertone in persona, hanno commissariato l’azienda per venire a capo dei bilanci impazziti. Il cardinale Giuseppe Vesaldi è stato messo alla guida dei padri «concezionisti». Il 24 ottobre 2012 è stata presentata la richiesta di ammissione al concordato preventivo. Dal 30 marzo l’istituto è in amministrazione controllata anche dal governo. Il ministro alle attività produttive Corrado Passera ha nominato alla guida dell’ospedale in via Monte di Creta Massimo Spina, manager del Bambin Gesù, Carmela Regina Silvestri e Stefania Chiaruttini.
Dopo gli arresti di ieri, la doppia giunta dei commissari dovrà occuparsi del nuovo piano industriale. Girano voci sul licenziamento di 404 persone, di cui 97 medici, e si parla di un taglio di 120 posti letto. La proposta di licenziare 404 persone, di cui 97 medici, è contenuta nel piano industriale elaborato da sei esperti. A loro avviso, il debito dipenderebbe dal costo del personale che pesa sul bilancio per l’87%. Una cifra contestata dai sindacati, anche perché giustificherebbe il licenziamento di persone che negli ultimi sette mesi hanno lavorato gratuitamente per mantenere la continuità del servizio. Ignazio Marino, candidato alle primarie del centrosinistra romano, esprime solidarietà ai lavoratori, mentre il presidente della regione Zingaretti esprime fiducia nell’operato della magistratura. Il sindaco di Roma Alemanno denuncia «l’opacità nel rapporto tra proprietà, i sindacati e i lavoratori. Ora è importante risanare la struttura e garantire i posti di lavoro».