Lo «spazio magnetico», secondo l’artista brasiliana Lygia Pape, è quel luogo dove poter esercitare la meraviglia, calamitati dalla tentazione di fuoriuscire dai confini, fisici e mentali. A riscoprire l’ambiguità dei margini ci conduce Tteia, la sua titanica installazione composta di fili d’oro intrecciati che si estendono dal pavimento al soffitto (o viceversa), formando arcobaleni e vie lattee inaspettate – quel vaporoso e aureo ultramondo lo ricordiamo anche in apertura del percorso alle Corderie nella Biennale del 2009. Minimi scarti geometrici rendono labirintica quella cascata di luce invitando a un’immersione nella penombra caduta sulle stanze dell’arte di Punta della Dogana. «Tteia»...