I vetri di Lino Tagliapietra, sprezzatura in sintonia con il Settecento «rocaille»
Lino Tagliapietra, «Asola», Vetro soffiato con canne a filigrana tripla, 2007
Alias Domenica

I vetri di Lino Tagliapietra, sprezzatura in sintonia con il Settecento «rocaille»

A Venezia, Ca’ Rezzonico La mostra del maestro muranese «L’origine del viaggio»
Pubblicato circa un anno faEdizione del 17 settembre 2023

Ca’ Rezzonico, il monumentale palazzo di Baldassare Longhena che accoglie il Museo del Settecento veneziano, riaperto dopo importanti restauri, è la sede migliore per esporre i vetri artistici di Lino Tagliapietra (Murano, 1934).

La mostra, curata dalla Fondazione Lino Tagliapietra con la Fondazione Musei Civici di Venezia, dal titolo L’origine del viaggio (fino al 25 settembre), si concentra nel Portego del primo piano.

Tra i busti marmorei settecenteschi, ritratti e figure allegoriche, le pareti in marmorino rosa e accanto a una portantina dorata, a divani in rocaille e trespoli in noce intagliati che arredano la sala, le creazioni di Tagliapietra sono lì luminose e superbe, come volessero significare che tra tutte le tecniche quella del vetro è la più sublime per le qualità polimorfe.

Il maestro muranese ha dato con sprezzatura molti motivi per questo impareggiabile confronto con i suoi vasi in vetro soffiato eseguiti con murrine (Hopi), con canne a reticello all’interno (Niomea), con canne a filigrana tripla (Asola) e semplici (Dinousaur) o con murrine e puntini applicati (Africa), senza dimenticare i pannelli in vetro fuso sovrapposto con le loro colorazioni cangianti (Finestra sul campiello, Ponticello, Rio Grande).

Tagliapietra si conferma il superlativo maestro del vetro d’arte di statura internazionale che conosciamo, in possesso di doti tecniche e capacità inventive impareggiabili, come già fu evidente nel 2011 con la mostra veneziana allestita dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arte, Lino Tagliapietra, da Murano allo Studio Glass, Opere 1954-2011, curata da Rosa Barovier Mentasti e Sandro Pezzoli.

A distanza di così lungo tempo, forse, sarebbe stato buono organizzare un’esposizione più ampia, raccogliendo nuovi contributi critici e apparati aggiornati. Dispiace che non esista neanche un catalogo delle opere in mostra. Eppure, per Venezia e per un maestro del calibro di Tagliapietra, il sostegno non sarebbe mancato.

Innanzitutto da quel mondo dell’arte che Oltreoceano, e in particolare dal nord-ovest degli Stati Uniti, ha visto cambiato il suo volto quando dal 1979 il maestro muranese rivelò attraverso numerose visite a Seattle e alla Pilchuck Glass School (fondata da Dale Chihuly, un abile artista del vetro), i segreti storici della soffiatura del vetro veneziano e gli americani scambiarono con lui le loro conoscenze. Si deve proprio a Chihuly se nel 1990, con la prima mostra dedicata a Tagliapietra, tenuta alla Traver Gallery di Seattle, questi iniziò un percorso autonomo che prosegue ancora oggi.

Per chi voglia approfondire i legami di Tagliapietra con gli States resta il catalogo della mostra del 2020 a «Le Stanze del Vetro», Venezia e lo Studio Glass Americano, ma per proseguire sulle orme del «più grande soffiatore di vetro del mondo» (Chihuly) basta prendere il vaporetto e andare a Murano.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento