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I versi musicali di Bassani nella Bologna di Arcangeli

I versi musicali di Bassani nella Bologna di ArcangeliTarga commemorativa per Giorgio Bassani a Ferrara, ex-Scuola ebraica di via Vignatagliata

Novecento italiano 27 liriche ritrovate in un dattiloscritto del 1942, firmato con lo pseudonimo Giacomo Marchi: «Pavana», da Officina libraria

Pubblicato circa 7 ore faEdizione del 13 ottobre 2024

La collana «Officina d’autore», edita da Officina Libraria, è stata inaugurata nel 2021 con la pubblicazione di «Una città di pianura» e altri racconti giovanili di Giorgio Bassani, a cura di Angela Siciliano, dove si ricostruisce la vicenda del libro d’esordio dello scrittore ferrarese, uscito nel 1940 con lo pseudonimo di Giacomo Marchi, adottato a causa delle leggi antisemite. Nella stessa collana esce ora, sempre per la puntuale curatela di Angela Siciliano, Pavana (pp. 80, € 12,00) che accoglie una sequenza di poesie giovanili di Bassani, in parte confluite nella raccolta Storie dei poveri amanti e altri versi, licenziata dall’Astrolabio nel 1945 e, in edizione accresciuta, nel ’46. Bassani stesso aveva a più riprese affermato di aver composto, tra la primavera e l’estate del ’42, durante «tre mesi di ebbrezza», un centinaio di poesie, perdute e adesso in parte ritrovate attraverso un dattiloscritto, sempre firmato Giacomo Marchi, spuntato dal Fondo Arcangeli della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Il dattiloscritto contiene ventisette di queste liriche, qui accompagnate da un esauriente apparato critico. Si tratta perlopiù di testi confluiti in forma rimaneggiata nella succitata raccolta giovanile, con l’eccezione di nove inediti; il tema ricorrente è quello della morte che sembra anticipare la lapidaria essenzialità di Epitaffio (’74) e In gran segreto (’78). Le occasioni perdute (evidente il riferimento al fascismo) risuonano alla stregua di un’iscrizione tombale per un’intera generazione: «Gli anni passati, questa sorte / di non avere vissuto, / il loro sapore di morte».

Il presente corpus è suddiviso in due brevi sezioni, intitolate rispettivamente «Pavana» e «Periferia», mentre il mannello di inediti non figura nel recente volume feltrinelliano delle Poesie complete, curato da Anna Dolfi, offrendo perciò un certo interesse filologico e documentario. La curatrice evidenzia il legame del titolo della raccolta, ricavato dalla poesia eponima, con la danza rinascimentale e con la sonata Pavane pour une infante défunte di Ravel che funse da accompagnamento alle esequie di Proust. Bassani andava a lezione di pianoforte presso la scuola ebraica di via Vignatagliata a Ferrara e frequentava abitualmente i fratelli Arcangeli a Bologna. A differenza di Francesco, Gaetano e Bianca, indirizzati rispettivamente verso critica d’arte, poesia e pittura, il più anziano Angelo (Nino) fu pianista e si dedicò all’insegnamento. Non è un caso che proprio a lui sia dedicato, in data 31 agosto 1942, il dattiloscritto («a Nino, perché non lo / dimentichi e lo difenda dai / letterati») che risente, anche nell’impianto formale, di molteplici influenze musicali. Analoghe atmosfere si riscontrano nel racconto «Un concerto», presente nella summenzionata raccolta Una città di pianura, sorta di trasposizione narrativa del Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo di J. S. Bach: «Smettevi di suonare: dalla persiana / lacrimava la polvere del giorno sul pianoforte». La pubblicazione della silloge, presumibilmente proposta a Neri Pozza per le Edizioni del Pellicano, sfumò a causa delle difficoltà economiche dell’editore vicentino.

È interessante notare come la poesia «Ancora dei poveri amanti», ospitata dopo «Storia di Debora» in Una città di pianura (il racconto diventerà, opportunamente modificato, Lida Mantovani, testo di apertura delle Cinque storie ferraresi apparse nei «Coralli» einaudiani nel ’56) sia qui presentata in una lezione allestita su minime varianti di ordine lessicale e interpuntivo. Ma su tutto traspare quel tono discreto contrapposto a immagini vorticose, «ombre nostalgiche a fingere la vita», che ritroveremo nell’articolata produzione poetica successiva.

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