I Top Manta di Barcellona, associazione di venditori ambulanti migranti, saranno presenti alla prossima Biennale di Venezia con un progetto selezionato dall’Institut Ramon Llull per rappresentare la Catalogna e le Isole Baleari. Per l’occasione, Top Manta ha lanciato un appello a partecipare a una marcia di protesta antirazzista, convocata a Venezia, presso il Ponte di Quintavalle. Il 20 maggio, il portavoce dell’associazione, Lamine Sarr, parteciperà a una tavola rotonda prima dell’inaugurazione dell’evento.
«Per la prima volta, un collettivo di persone migranti, afrodiscendenti e precarie occupa uno spazio centrale in questo summit di Stati che è la Biennale di Venezia, è una grande opportunità per tutti noi, per denunciare la violenza delle politiche migratorie europee che ci condanna e ci uccide», spiega Top Manta, sottolinendo la novità dell’accadimento. La 18/ma Mostra Internazionale di Architettura si celebra dal 20 maggio al 26 novembre di quest’anno; il tema dominante di questa edizione è Il laboratorio del futuro, con il continente africano protagonista, la decolonizzazione e la decarbonizzazione al centro dell’approccio.
Top Manta nasce a Barcellona nel 2017 come raggruppamento di commercianti ambulanti che vendevano indumenti nel centro della capitale catalana e lottavano contro il razzismo istituzionale. Col tempo, si è trasformato in una cooperativa con un atelier di cucito e uno di serigrafia. Diventato un marchio di abbigliamento sociale, dà lavoro a 25 persone ed è riuscito a farne regolarizzare oltre un centinaio.
Il titolo dell’opera con cui Top Manta partecipa alla Biennale, assieme allo studio di architettura Leve, è Seguint el peix, seguendo il pesce. Si racconta, infatti, il saccheggio fatto dalla grande industria alimentare sulle coste africane, tanto che molte persone – in Senegal ad esempio – rimaste senza più il mezzo di sostentamento principale, si sono viste costrette a seguire il cammino che fanno i pesci, emigrando in Europa. Questo processo sarà spiegato in una mostra che illustra le difficoltà del percorso migratorio, le politiche di frontiera e le leggi razziste con cui si sono imbattuti i migranti, collocata in un antico cantiere navale industriale sul molo Cantieri Cucchini, nell’isola di San Pietro di Castello. Ci sarà inoltre un Laboratorio di riparazione, un progetto di collaborazione tra lo studio Leve, Top Manta e un gruppo di studenti di architettura di diversi paesi, che propone nuovi modelli residenziali basati su un concetto comunitario.
Oggi però è il momento di visibilizzare la protesta. Perché, denuncia Top Manta, quest’anno la Biennale coincide con la dichiarazione di emergenza migratoria del governo Meloni: «E’ ipocrita che gli stessi Stati che ci espellono da casa, ci ammazzano alle frontiere e ci castigano con le leggi sugli stranieri ci selezionino poi per partecipare alla Biennale e raccontino di essere una società inclusiva e multiculturale». Perciò l’appuntamento per i migranti è in piazza.