I timori del sistema mediatico slovacco
Rubriche

I timori del sistema mediatico slovacco

Visegrad e oltre La rubrica settimanale sui sovranismi dell'Est Europa. A cura di Massimo Congiu
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 23 giugno 2024

Brutte notizie per la libertà di stampa in Slovacchia: l’Assemblea nazionale ha infatti approvato la liquidazione della radio e tv pubblica RTVS, nell’ambito della riforma voluta dal governo guidato da Robert Fico. I progetti dell’esecutivo prevedono di creare al posto della RTVS un’istituzione che promette di essere “meno critica e più conforme” alla politica intrapresa dagli attuali governanti. Il direttore di questa struttura verrà eletto da un consiglio costituito da nove membri con quattro candidati del ministero della Cultura. La medesima dovrà chiamarsi, secondo quanto è dato sapere, “Televisione e Radio Slovacca”.

Il Parlamento si è quindi espresso a favore di questa riforma; l’opposizione non ha partecipato al voto in segno di protesta, ha annunciato un ricorso alla Corte Costituzionale e affermato che il governo sta guidando il paese sulla base di un “manuale degli autocrati”. Va anche precisato che il procedimento riguardante l’approvazione della riforma è stato accompagnato da manifestazioni pubbliche di protesta guidate da Slovacchia Progressista (Progresívne Slovensko, PS), principale partito dell’opposizione.

Soggetto politico liberale ed europeista, PS è arrivata prima alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, superando Smer-Sd, per quanto di tre punti percentuali. La riforma è criticata da diversi giornalisti slovacchi, da organizzazioni internazionali e Ong come Reporter senza frontiere, e dai vertici dell’Unione europea che vi vedono un chiaro attacco alla libertà d’informazione.

Già dopo l’attentato di cui Fico è stato vittima lo scorso 15 maggio, la maggioranza si era predisposta a stabilire provvedimenti atti a dare il via libera alle querele temerarie sulla base del diritto di correzione che metterebbe gli organi di stampa nella condizione di modificare contenuti che dovessero danneggiare la dignità e/o la buona reputazione di figure menzionate in articoli o al centro dei medesimi.

Insomma, l’attentato ha inasprito le posizioni del governo rispetto a diversi temi di interesse pubblico e le opposizioni accusano il potere di approfittare dell’occasione per velocizzare l’impegno a ridefinire il ruolo delle istituzioni, la loro stessa identità, il rapporto tra queste ultime e la popolazione, e poi ancora le politiche ambientali, le regole legate al funzionamento delle ONG e via discorrendo.

Tira aria pesante nel paese; come già ricordato, il mese scorso il premier è stato raggiunto da diversi colpi di pistola sparati dal settantunenne Juraj Cintula, ex guardia di sicurezza, autore di poesie, che si era detto in pieno disaccordo con la politica di Fico, specie nel settore mediatico. Si è trattato del primo attentato nella breve storia della Slovacchia, contro un’autorità politica. Il fatto non ha potuto non richiamare alla mente dei connazionali di Fico l’uccisione del giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua fidanzata Martina Kušnírová.

Un omicidio brutale, avvenuto nel febbraio del 2018, che aveva interrotto le ricerche del giovane sulle connessioni fra il governo di allora, guidato da Robert Fico, e la ‘ndrangheta. Fu uno choc per gli slovacchi, un episodio che suscitò sdegno e inquietudine; parecchia inquietudine che evidentemente non è più venuta meno da allora e che è tornata a crescere in occasione dell’attentato al primo ministro.

Aria pesante, si diceva: nel paese gli avversari del governo e i loro sostenitori parlano sempre più spesso di “orbanizzazione” della vita pubblica, dall’altra parte si accusano opposizione e stampa lontana dal potere di fomentare l’odio politico. Tornando allo spunto di attualità fornito dall’approvazione in Parlamento della riforma riguardante la radio-tv pubblica, si deve aggiungere che ora la “grana” è nelle mani del presidente Peter Pellegrini che si prevede firmi la legge. Se così sarà, la medesima entrerà in vigore il prossimo primo luglio.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento