I testimoni di giustizia davanti a Palazzo Chigi
Antimafia I programmi di protezione a volte non bastano: fino alla sede del governo per chiedere un posto nella Pubblica amministrazione. Così da poter cominciare una nuova vita
Antimafia I programmi di protezione a volte non bastano: fino alla sede del governo per chiedere un posto nella Pubblica amministrazione. Così da poter cominciare una nuova vita
Alcuni testimoni di giustizia si sono riuniti ieri pomeriggio, nonostante la pioggia e il freddo, in sit-in sotto Palazzo Chigi. Preoccupati per la loro condizione, per gli impegni disattesi dal governo Renzi, esasperati da promesse che, nonostante le rassicurazioni, tardano ad arrivare, si sono ritrovati sotto il palazzo del potere per sensibilizzare il governo. Eppure nessuno si è fatto vedere. In fondo pioveva anche per loro.
Uno dei punti nodali per i testimoni di giustizia riguarda la possibilità, riconosciuta per legge, di procedere a un loro reale reinserimento sociale e lavorativo, attraverso l’assunzione nella Pubblica amministrazione. Il decreto attuativo che prevede questa misura dovrebbe essere pubblicato tra il 6 e 7 febbraio, almeno secondo le ultime promesse.
Si deve invece evitare il vitalizio, come parrebbe nelle intenzioni del ministero dell’Interno, il quale certificherebbe una sorta di assistenzialismo di Stato da rigettare, salvo casi estremi.
Pochi i parlamentari presenti al sit-in. Tra questi Davide Mattiello (Pd), membro della Commissione Antimafia e da sempre in prima fila su questi temi, che richiama la necessità alla massima collaborazione istituzionale.
Rispondere alle necessità di chi ha aiutato lo Stato ad aprire processi contro le mafie e a sequestrare e poi confiscare patrimoni illeciti per milioni di euro è un dovere assoluto. O almeno dovrebbe esserlo.
I testimoni di giustizia in presidio si sono rivolti anche al neo eletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sensibile alla lotta alla mafia per storia personale e impegno pubblico assunto storicamente, chiedendogli di interessarsi direttamente della loro vicenda.
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