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I soldi pubblici usati in fondi speculativi

I soldi pubblici usati in fondi speculativiL'ingresso della Blutec di Termini Imerese

Roberto Ginatta, socio e amico di Andrea Agnelli, ha intestato ai figli buona parte dei 16 milioni avuti per Blutec

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 13 marzo 2019

Cosimo Di Cursi e Roberto Ginatta, rispettivamente amministratore delegato e presidente della Blutec, finiti ieri ai domiciliari con l’accusa di malversazione ai danni dello stato. «Hanno dimostrato di saper agire con lucidità e pervicacia, dapprima accedendo a finanziamenti pubblici stanziati per consentire la realizzazione di attività di pubblico interesse, poi distraendo le ingenti somme erogate in loro favore e utilizzandole per scopi esclusivamente privatistici», scrive il gip di Termini Imerese, Stefania Galli, nel provvedimento che dispone la misura cautelare a carico dei vertici della società di Rivoli (Torino). Nell’ordinanza il gip sottolinea «la gravità della condotta e delle allarmanti conseguenze anche sociali che ne sono derivate su un territorio particolarmente povero».
Nel dicembre del 2016 Invitalia dispone il trasferimento in favore di Blutec, totalmente partecipata da Metec, a sua volta di proprietà al 100% di Roberto Ginatta, di 21 milioni di euro. A marzo 2018 Invitalia revoca 14,5 milioni per «inadempienze», giudicando «ammissibili» solo circa 2 milioni di euro di finanziamenti. «Con quei 5 milioni sono stati acquistati macchinari – ha aggiunto il pm Ambrogio Cartosio – ma non è stata rilanciata l’attività industriale».
Il colonnello della Finanza Cosmo Virgilio ha accertato «movimenti finanziari immediatamente successivi all’accredito dei soldi da parte di Invitalia sui conti della Blutec» per lo stabilimento di Termini Imerese. «Abbiamo riscontrato – spiega il colonnello Virgilio – che dopo una serie di giro conti su rapporti bancari e finanziari intestati a stessa società, una buona parte di questi milioni sono stati oggetto di speculazione finanziaria, hanno prodotto dei rendimenti e sono stati smobilizzati su altri conti di società di proprietà della famiglia Ginatta». Passaggi di denaro da Blutec a Metec e verso società riconducibili ai figli del presidente di Gianatta sono stati trovati durante accertamenti bancari, «tuttora in corso».
Spese fantasma, come quella per un costoso software mai arrivato nello stabilimento di Termini Imerese. Le Fiamme gialle hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per 16,5 milioni. L’operazione della Guardia di finanza ha portato al sequestro dell’intero complesso aziendale Blutec, oltre allo stabilimento di Termini Imerese, e di beni per equivalente di oltre 16 milioni di euro. La Blutec ha stabilimenti in diverse parti d’Italia ed il provvedimento della Procura di Termini Imerese riguarda l’intero gruppo e le quote societarie. La società, costituita nel 2014, ha sede a Pescara e un altro stabilimento si trova nel torinese. Di Cursi ieri era in Brasile dove il gruppo Metec ha altri stabilimenti.
«Non si sognava di investire tutti quei soldi a Termini Imerese». A sostenerlo è Giorgio Bocca, legale della società Giomar, che forniva consulenza tecnica all’azienda. «Una volta arrivato questo finanziamento, ho avuto serie difficoltà con il dottor Ginatta in quanto non mi autorizzava a saldare i fornitori». «ll cash flow era gestito in maniera diretta da Ginatta e la sua segretaria storica», ha spiegato un altro dirigente

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