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I socialdemocratici “abbattono” i droni acquistati da Israele

I socialdemocratici “abbattono” i droni acquistati da IsraeleMilizie tedesche – Ap

Germania La maxi scommessa bellica spacca il governo.«La leadership Spd tradisce le nostre truppe» tuona Henning Otte, responsabile Difesa dei cristiano-democratici

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 10 dicembre 2020

Non l’hanno presa bene i democristiani nel governo Merkel, ancora meno il circolo politico-militare di Tel Aviv. Dieci anni dopo la firma della maxi-commessa bellica tra Germania e Israele, e pochi mesi prima dell’entrata in servizio nelle forze armate tedesche, i socialdemocratici “abbattono” i droni con la stella di David ordinati dalla Luftwaffe.
«Insieme ad ampi settori del partito, ma anche alle associazioni della società civile impegnate nella Pace, non ritengo sufficiente l’attuale dibattito sui droni per la Bundeswehr» scandisce Norbert Walter-Borjans, co-segretario della Spd.

LA REAZIONE DELLA CDU (che con Annegret-Kramp Karrenbauer guida il ministero della Difesa) è furibonda: «La leadership Spd tradisce le nostre truppe. Per il loro segretario l’ideologia vale più della ragione» tuona Henning Otte, responsabile Difesa dei cristiano-democratici, sfogando la rabbia sul quotidiano di riferimento dei conservatori pronto a tradurre il messaggio. «Per anni i nostri soldati hanno atteso di potersi difendere con i droni durante le pericolose missioni in Afghanistan e Mali, ma ora la Spd si tira indetro» è il riassunto della Bild.

In realtà, l’ordine per i velivoli telecomandati «Heron-TP» (costo: 35 milioni di euro l’uno) prodotti da Israel Aerospaces Industries, azienda interamente controllata dal governo Nethanyahu, è stato perfezionato due anni fa con la previsione dell’impiego nella Luftwaffe a partire dal 2021.
Nell’accordo di coalizione sottoscritto dopo le elezioni federali con l’Union la Spd aveva formalmente “digerito” la commessa, a patto, tuttavia, che il ministero della Difesa non acquistasse le munizioni necessarie a trasformare il drone da mezzo di ricognizione ad aereo da combattimento. Prima del clamoroso Nein del segretario Walter-Borjans, che tre giorni ha scompaginato i piani di Berlino e Tel Aviv.

UN FULMINE A CIEL SERENO: a ottobre la commissaria del Bundestag per le forze armate, Eva Högl della Spd, sembrava avere acceso la luce verde definitiva sull’acquisto degli Heron: «Siamo pronti alla decisione finale» anticipava ai microfoni della tv pubblica, mentre la Cdu ricordava che il dibattito era durato oltre sei anni.

Nel 2010 Israel Aerospaces Industries aveva offerto il drone a Berlino nel quadro della partnership con la tedesca Rheinmetall dopo la richiesta della Luftwaffe di dotarsi di un velivolo senza pilota. Quattro anni dopo gli israeliani avevano firmato l’accordo con Airbus per il contratto-ponte che prevedeva la fornitura con la duplice opzione: acquisto oppure leasing.

Nonostante le informazioni operative sul sistema d’arma da parte dell’esercito dello Stato ebraico restino classificate, il Web restituisce due tracce sintomatiche. Il drone sarebbe stato impiegato nel 2009 per bombardare un (presunto) convoglio di armi iraniane diretto dal Sudan alla striscia di Gaza, mentre è di pubblico dominio lo schianto di un Heron ad Haftez Haim nel 2012 durante le prove per testare i 2.700 kg di carico bellico.

LUNGO 14 METRI, con apertura alare di 26, capace di volare a 46 mila piedi per 7.400 chilometri a 400 all’ora grazie al motore da 1,200 hp di Pratt & Whitney Canada, il micidiale drone di Tel Aviv rappresenta il “top” per la guerra aerea del futuro. Ma anche un valido motivo per spaccare il governo Merkel a pochi mesi dalle elezioni nazionali…

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