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I sindaci spengono le città contro il caro bollette

I sindaci spengono le città contro il caro bolletteFirenze, Palazzo Vecchio

La protesta dell'Anci Stangata da 550 milioni per i comuni. L'Unione delle province: «I costi energetici fanno saltare i Piani d’investimento»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 10 febbraio 2022

«Le risposte del governo alle nostre richieste non sono sufficienti. Non si percepisce il rischio che questa crisi si ripercuota negativamente sui bilanci degli enti locali, sulla possibilità di erogare i servizi pubblici»: i rincari dell’energia stanno mettendo in crisi i conti dei comuni italiani, già disastrati a causa dei tagli lineari subiti negli ultimi anni, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha lanciato per oggi alle 20 l’iniziativa di spegnere i principali monumenti delle città italiane in segno di protesta. A Bari niente luce al lungomare.

La richiesta al governo è di «coprire gli aumenti previsti». L’Anci stima per le amministrazioni comunali un aggravio di almeno 550 milioni su una spesa complessiva annua per l’energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi. Le amministrazioni stanno già sostenendo i costi della pandemia: «Nel 2020 – spiega Decaro – lo stato ci ha ristorato con 7 miliardi, 4 miliardi lo scorso anno. Quest’anno ancora nulla». Le adesioni si sono moltiplicate, ieri si è aggregato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: «Le luci del Campidoglio verranno spente. Il caro bollette ha un impatto tra i 40 e i 50 milioni in un anno ovvero tre anni di trasporto scolastico, tre mesi di mense, 180 chilometri di manutenzione stradale». E il primo cittadino di Milano, Beppe Sala: «Andiamo già a led, non possiamo fare molto di più se non ridurne l’utilizzo a scapito del servizio».

Anche Torino si è unita all’iniziativa dell’Anci. Con Napoli, Palermo e Reggio Calabria, il comune piemontese ha dovuto aderire al Patto (inserito nella legge di Bilancio) per salvare le città metropolitane con un disavanzo pro capite superiore ai 700 euro. Torino (che è a 908 euro) terrà al buio la Mole Antonelliana: «Non possiamo vanificare i grandi sforzi che si stanno compiendo per il rilancio dell’economia» il commento del sindaco Stefano Lo Russo. A Napoli (disavanzo pro capite di 2.303 euro) si spegnerà il Maschio Angioino. A Bergamo niente luci per le Mura veneziane; a Trieste senza illuminazione il Palazzo Municipale; a Parma Palazzo Municipale e Palazzo del Governatore; a Campobasso Palazzo San Giorgio; a Ravenna piazza del Popolo. Piena adesione dai comuni siciliani mobilitati dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha lanciato l’allarme sugli effetti dei rincari per le società partecipate.

A Firenze saranno al buio Palazzo Vecchio, Palazzo Medici Riccardi e Ponte Vecchio, spiega Dario Nardella: «Abbiamo stimato un aumento di spese nei bilanci del comune e della città metropolitana intorno ai 7,5 milioni di euro, a cui dobbiamo sommare un aumento di costi energetici per i gestori degli impianti sportivi pubblici superiore al milione di euro tra territorio comunale e metropolitano». A Lecce niente luci in piazza del Sedile: «La bolletta energetica del nostro comune – il commento del sindaco Carlo Salvemini – lieviterà di oltre 500mila euro. Una somma che per un ente in strutturali difficoltà economico finanziarie come il nostro significa ulteriori rinunce. È paradossale essere stati chiamati a un impegno straordinario sulle progettazioni per ottenere gli investimenti del Pnrr e trovarsi invece in difficoltà sulle spese correnti».

Sul tema Pnrr batte anche l’Unione delle province italiane: «L’aumento dei costi energetici, che in media è del 30%, e l’aumento dei prezzi delle materie prime, che sta producendo perfino l’impossibilità a reperire materiali, sta facendo letteralmente saltare i quadri economici dei Piani di investimento. Chiediamo che siano assicurate risorse per comuni, province e città metropolitane che azzerino l’aumento dei costi energetici».

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