Lavoro

I sindacati di base in piazza. Alta adesione nei trasporti

I sindacati di base in piazza. Alta adesione nei trasportiIl corteo per lo sciopero generale dei sindacati di Base a Milano – Foto LaPresse

La Mobilitazione Sciopero generale ieri, manifestazione nazionale oggi a Roma. Vietati i presidi a piazza Montecitorio e a Sassari «Giù le armi, su i salari» contro la guerra e Meloni

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 3 dicembre 2022

Ieri lo sciopero generale con un buon successo di adesione e oggi la manifestazione nazionale a Roma. I sindacati di base (Usb, Si Cobas, Cub, Sgb, Unicobas, Usi) confermano la loro rappresentanza bloccando il settore del trasporto pubblico lungo tutta la penisola e con cortei partecipati in molte città.

NON CON IL PRESIDIO PREVISTO davanti a Montecitorio, bloccato dalla Questura di Roma con un parere grave che impedirà d’ora in avanti qualsiasi manifestazione davanti al parlamento, come ribadito dal Tar del Lazio con motivazioni risibili: la «tensione politica derivante dalla guerra russo-ucraina e dai connessi problemi economico-sociali».
Lo sciopero di ieri era per protestare contro le misure messe in campo dal governo Meloni con la legge di bilancio 2022: «nulla è stato fatto contro il carovita e l’impoverimento della popolazione, mentre per grandi aziende e per continuare con le politiche di guerra e riarmo i soldi non mancano mai». Per questo oggi saremo in corteo a Roma per dire “abbassate le armi, alzate i salari”», ribadiscono i sindacati di base.

A Milano grande partecipazione al corteo da via Larga (angolo Pantano) a piazza della Scala. Gli effetti dello sciopero sui mezzi pubblici si sono sentiti soprattutto nel pomeriggio: M1, M2 e M5 chiuse. Decine di convogli regionali di Trenord cancellati fin dalla mattina.

A Roma comunque ieri ottima partecipazione allo sciopero con la metro A e la Metromare chiuse, servizio rallentato sulle linee B e C e Termini-Centocelle. La protesta ha coinvolto anche le scuole con bambini e ragazzi rimasti a casa e i plessi chiusi.

Tensione a Torino dove al partecipato corteo che ha sfilato in centro sono intervenute le forze dell’ordine per allontanare alcuni manifestanti con cariche.

A Firenze oltre 3.000 lavoratori si sono riuniti in un lungo corteo dalla Fortezza a Palazzo Vecchio con soste e interventi sotto punti importanti del potere politico e non, Agenzia delle Entrate, Regione Toscana e Comune di Firenze. Un corteo ricco e colorato, lavoratori e lavoratrici dei settori pubblici e privati, un corteo unito di Usb-Cub- Cobas e movimenti sociali e studenti. La manifestazione si è chiusa alle 13,20 con una serie di interventi sotto Palazzo Vecchio.

A Napoli stop completo alla Linea 1 della Metropolitana, stessa situazione per le funicolari Centrale, Montesanto e Mergellina, per le linee Eav, servizio ridotto per tram, bus e filobus.

A Bologna centinaia di lavoratori hanno partecipato al corteo da piazza XX Settembre fin sotto al Comune.

A Pisa almeno 500 manifestanti hanno sfilato da Piazza Vittorio Emanuele fino alla Prefettura, dopo aver percorso i lungarni e il Ponte di Mezzo.

Polemiche a Sassari per il corteo vietato: il divieto di concludere la manifestazione in piazza d’Italia ha portato i manifestanti a rimanere in piazza Castello protestando sonoramente.

OGGI INVECE LA MANIFESTAZIONE nazionale a Roma con un corteo da piazza della Repubblica con partenza dalle 14 fino a piazza di Porta San Giovanni. Attese decine di migliaia di persone che sfileranno lungo via Cavour, via Merulana, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto.

«La manifestazione è la prosecuzione dello sciopero. È una manifestazione, in particolare, di lavoratori dai braccianti alla logistica, dalla Pa alla scuola, alla sanità, ai trasporti ai servizi ma hanno aderito anche realtà politiche e collettivi», afferma Guido Lutrario dell’esecutivo Usb, puntando il dito contro una manovra che «non dà nessuna prospettiva di sviluppo al paese e non affronta il problema del caro vita, si continua a lasciare inalterata la dinamica salariale, viene ridotta la Naspi e si taglia il reddito di cittadinanza, si reintroducono i voucher, forma di precarizzazione esagerata. C’è una diabolica volontà di colpire la parte più debole», chiude Lutrario.

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