No deciso «alla nuova riforma del codice degli appalti pubblici che prevede il ritorno dell’affidamento diretto e del subappalto a cascata» anche dai metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm. La conseguenza nel settore della realizzazione dell’infrastruttura delle telecomunicazioni sarà «nella logica di Tim, Open Fiber, Infratel, ecc. delle gare al massimo ribasso».

«Non è accettabile – attaccano i sindacati – che l’ammodernamento della rete di telecomunicazioni determinante per lo sviluppo del paese sia realizzata calpestando i diritti dei lavoratori delle imprese di installazione di impianti», «l’esclusione della clausola sociale nel privato e nel settore installazioni impianti; la giungla dell’appalto e subappalto che favorisce l’infiltrazione di criminalità organizzata».

Per tutte queste ragioni Fim, Fiom e Uilm annunciano una campagna di assemblee unitaria nelle aziende delle telecomunicazioni e chiedono la convocazione di un tavolo urgente al ministero delle Imprese e del Made in Italy.
«La modifica del codice degli appalti decisa da questo governo non fa che rafforzare il caos in cui versa attualmente il settore delle telecomunicazioni. Il subappalto a cascata non farà che consegnare ulteriore lavoro alla malavita organizzata», attacca la segretaria nazionale Fiom Barbara Tibaldi.