Cultura

I silent book dell’accoglienza

I silent book dell’accoglienzaIl silent book «L'onda», di Suzy Lee

Letture Trova la sua sede definitiva la Biblioteca di Lampedusa, nata su progetto di Ibby Italia. Mostre e eventi per festeggiarla in Sicilia e a Roma

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 13 settembre 2017

Si può attraversare il mare atterriti, tra le onde, senza vedere terra per troppi giorni e chiudere gli occhi per esorcizzare la paura, immaginando un futuro diverso, più rassicurante, al caldo. Magari, sfogliando un libro per navigare ancora lontano, ma questa volta solo metaforicamente, in mondi di fantasia che anche quando presentano mostri in apparenza invincibili, offrono al piccolo/a lettore/lettrice le pozioni magiche per sconfiggerli.

È questo un po’ lo scopo del progetto Libri senza parole. Destinazione Lampedusa, l’iniziativa internazionale voluta da Ibby Italia che, dopo cinque anni di intenso lavoro e promozione della lettura sull’isola dove sbarcano i migranti di tanti paesi (e i loro bambini), ha potuto annunciare l’apertura della Biblioteca di Lampedusa per ragazze e ragazzi, prima sempre dislocata in sedi provvisorie e tenuta in piedi da volontari, ora definitivamente stabilitasi in uno spazio messo a disposizione dal comune, in via Roma 34. L’obiettivo è quello di raggiungere tutti i bambini, soprattutto gli ospiti «provvisori», che giungono da luoghi remoti.

PER FESTEGGIARE la riuscita del progetto, verrà inaugurata una mostra (il 16 settembre in Sicilia, poi dal 3 ottobre e fino al 21 gennaio 2018 al Palazzo delle Esposizioni di Roma), che vede la collaborazione di Ibby Italia e International, insieme ai servizi educativi-Laboratorio d’arte del museo romano. Protagonisti, nell’uno e nell’altro caso, saranno come sempre i silent book, quegli albi illustrati e senza parole che affidano la narrazione a meraviglie visive e visionarie, aprendo le porte a tutte le culture. Ognuno, infatti, può leggere «ciò che vede», superando le barriere linguistiche e geografiche.
I libri senza parole – che quest’anno partecipano alla terza edizione della rassegna proveniendo da ventuno paesi e quattro continenti per un totale di ottanta volumi inviati – rappresentano una specie di amuleto, una «lampada di Aladino» che, se strofinata, produce accoglienza e possibile integrazione fra chi si trova a convivere d’improvviso insieme, in contesti estranei e, spesso, in situazioni d’emergenza e disperazione.

LE TRE COPIE che vengono spedite finiscono così per essere tre emissari di «fiumi culturali»: una per il corpo della mostra, un’altra per la Biblioteca di Lampedusa, una ancora per il Fondo del Palaexpo, a disposizione per studio e consultazione.

La manifestazione romana sarà attraversata da diversi momenti di incontro e fra questi, verrà istituito un corso di formazione, curato ad Ibby Italia («La voce dei libri») rivolto a educatori e operatori dei centri di prima e seconda accoglienza, favorendo così un vocabolario per immagini al posto di suoni incomprensibili ai più.
La mostra del Palazzo delle Esposizioni si aprirà il 3 ottobre per ricordare, con quella data, tutte le vittime dell’immigrazione: accanto agli albi più recenti, appena pubblicati, proporrà una honour list selezionata da una giuria, una sorta di libri candidati a diventare degli evergreen di ogni tempo e in ogni parte del mondo.

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