Cultura

I sette vizi di Danimarca

I sette vizi di DanimarcaBig Skum – Photocredit Jesper Palermo

Kermesse Aarhus è la capitale della cultura del 2017 e affronta la sfida con mostre, performance, musica e una città trasfigurata

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 14 febbraio 2017

Sotto il segno della diversità, democrazia, sostenibilità e con l’invito a ripensare le sfide del mondo contemporaneo attraverso il prisma dell’arte e della cultura, la città di Aarhus (seconda città della Danimarca), ha dato il via al suo programma di capitale europea della cultura 2017 (un fitto calendario di mostre, incontri, dibattiti, concerti, creazioni visive e sonore, sperimentazioni e performance). Emblematica la scelta dell’artista «in residence»: la transgender Anohni, che sarà la forza creativa della capitale, realizzando diverse opere sia musicali che di arti visive.

Sette musei della regione scrutano i valori della società occidentale sotto la lente dei sette vizi capitali (fino al 28 maggio), uno per istituzione, rivisitato da artisti nazionali e internazionali. Così, Barbara Kruger interroga l’ingordigia, Rebecca Louise Law mette a fuoco la superbia, Jenny Holzer e Christian Lemmerz si concentrano sulla lussuria, i fratelli Jamex et Einar de la Torre trattano dell’accidia,Katja Bjørn mette in scena l’invidia, Martin Erik Andersen, René Schmidt e il duo Vinyl Terror & Horror fanno dell’ira il loro terreno d’indagine, Peter Linde Busk, Steinar Haga Kristensen e Alexander Tovborg ripensano l’avarizia.

Anohni_Photo Guardian News_photographer Linda Nylind
La performer transgender Anohni

ARoS, il museo d’arte contemporanea, lancia dall’8 aprile al 10 settembre la sua triennale The Garden, sulla raffigurazione della natura nell’arte in tre parti. Nella prima, si va dal barocco sino alla Land Art degli anni 60, passando per il romanticismo tedesco e il modernismo; la seconda, «il presente», sarà visibile nelle strade della città e la terza, «Il futuro» si snoderà su quattro chilometri della costa, puntellata d’installazioni.

LA KUNSTHAL DI AARHUS ospita la personale dello svizzero Thomas Hirschhorn, con la sua nuova serie Pixel Collages e da agosto a ottobre ci sarà la personale del cinese Song Dong, che include una versione commestibile della città (in una performance pubblica offrirà al pubblico porzioni da gustare).

IL MUSEO JORN DI SILKEBORG organizza invece l’incontro improbabile tra Asger Jorn (Cobra) e Edvard Munch, due artisti accomunati dallo sguardo lucido sulla condizione umana, mentre il museo Heart di Herning, che conserva la più importante collezione pubblica dell’opera di Piero Manzoni, invita più di sessanta artisti (da Ilya Kabakov a Tomás Saraceno), dal 21 aprile prossimo al 28 agosto, a dialogare con l’opera Le socle du monde dell’artista italiano.

IL MOESGAARD MUSEUM ha scelto di inaugurare The Life of the Dead, una mostra con confronto tra antropologi e artisti di Cipro e di Danimarca sul tema della memoria e della relazione con la morte. Per commemorare poi i cinquecento anni della riforma protestante (il manifesto di Martin Lutero fu affisso nella cattedrale di Wittenberg il 31 ottobre 1517), numerosi eventi s’ispirano delle 95 tesi del manifesto luterano, mentre il Museo di arte religiosa di Lemvig, il Museo delle Donne di Aarhus e lo Skovgaard di Viborg, proporranno Image Storm (dal 1 ottobre), interrogando le polemiche generate dall’arte.
Tra le creazioni sonore, The Sonic Ark del compositore svizzero Andres Bosshard, che tasterà il polso della vita urbana con la partecipazione di molti abitanti della regione.

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