I primi 25 miliardi del Recovery a Roma. Draghi: altre riforme
Come promesso, Bruxelles concede la prima tranche del Recovery. Il premier accontenta l’Europa: ora mano a concorrenza e fisco. Servono per spese già decise e l’inizio di tav, transizione, cybersecurity, scuole e ospedali
Come promesso, Bruxelles concede la prima tranche del Recovery. Il premier accontenta l’Europa: ora mano a concorrenza e fisco. Servono per spese già decise e l’inizio di tav, transizione, cybersecurity, scuole e ospedali
La commissione Europea mantiene la promessa e nei tempi previsti eroga i primi 24,9 miliardi all’Italia, come anticipo del 13% sui 191,5 miliardi dell’ammontare totale del Recovery per il nostro paese, fino al 2026. I 24,9 miliardi sono composti per 8,957 da aiuti a fondo perduto (pari al 13% dei 68,9 di sovvenzioni previste) e 15,937 di prestiti (il 13% di 122,6). I pagamenti del rimanente 87% affluiranno in base al completamento dei target fissati, arma di ricatto di Bruxelles.
NEL TRIPUDIO GENERALE, Draghi si cautela promettendo subito all’Europa «la riforma della concorrenza e la delega per la riforma del fisco».
Intanto con questi primi 25 miliardi si copriranno le spese di bilancio di interventi già fatti quest’anno e l’anno scorso e si darà continuità ad investimenti già partiti. In più si finanzieranno: messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, piano per gli asili nido, transizione 4.0, opere infrastrutturali a partire dalla Tav al Sud, ma anche cybersecutiry e ammodernamento tecnologico degli ospedali.
GUARDANDO AGLI INTERVENTI con spese previste già per il 2021, in materia di «digitalizzazione», si va dagli 1,84 miliardi di Transizione 4.0 ai 402 milioni per rafforzare l’ufficio del processo e accompagnare la riforma della giustizia, fino ai 170 milioni per la cybersecurity. Per l’efficienza energetica si va dagli 1,1 miliardi per Ecobonus e Sismabonus ai 205 milioni per il rischio di alluvione e dissesto idrogeologico.
Numerosi i progetti legati all’alta velocità ferroviaria, oltre al potenziamento dei nodi metropolitani e l’elettrificazione della rete al Sud. Spese previste nel 2021 anche per i servizi di istruzione, dai 300 milioni per il Piano (da complessivi 3,9 miliardi) di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica ai primi 100 milioni del piano asili nido, fino ai 60 milioni per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola.
Tra gli interventi per le politiche del lavoro, si spazia dai 220 milioni previsti quest’anno per il sistema duale ai 25 per la creazione di imprese femminili. Infine per la digitalizzazione del sistema sanitario, si parte con 624 milioni per l’ammodernamento tecnologico degli ospedali ai 302 milioni destinati al rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e strumenti per la raccolta, elaborazione e analisi dei dati.
«Oggi i primi fondi Next Generation Eu all’Italia danno il via a una ripresa duratura per il Paese. Il piano di ripresa italiano, Italia Domani, ha l’ambizione necessaria per fare dell’Italia un motore per la crescita di tutta l’Unione Europea», festeggia su twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «NextGenerationEU è un’opportunità storica per investire sulla forza dell’Italia», è il commento del commissario europeo Paolo Gentiloni.
Come detto, Draghi festeggia e allo stesso tempo prende impegni: «L’Italia beneficia maggiormente dei fondi del programma Next Generation Eu.L’Italia è uno dei primi Paesi a ricevere tale prefinanziamento – dichiara Draghi in una nota – . L’assegnazione di queste ingenti risorse richiama tutti noi al senso di responsabilità nei confronti degli impegni presi verso noi stessi, verso il nostro futuro e verso l’Europa. Vogliamo una ripresa duratura, equa e sostenibile: dobbiamo perciò spendere in maniera efficiente e onesta – sottolinea il premier – . Nei primi sei mesi di governo, il Parlamento ha approvato la governance del Piano, le riforme della Pubblica amministrazione e degli appalti e importanti semplificazioni normative. Il governo presenterà, in coerenza con il Piano, la riforma della concorrenza e la delega per la riforma del fisco».
A Draghi fa eco il ministro dell’Economia Daneiel Franco: «Tutte le istituzioni devono cooperare per il proficuo utilizzo delle risorse del Piano, a beneficio delle generazioni future. Lasciare in eredità un Paese migliore: questo è l’impegno che il governo intende portare avanti attraverso la collaborazione e il confronto con tutte le parti interessate», scrive in una nota il Mef.
QUANTO ALLA GOVERNANCE del Pnnr, manca comunque la nomina della segreteria tecnica che a Palazzo Chigi lavorerà a supporto della regia politica e del comitato permanente di confronto con le parti sociali.
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