Una forma di deportazione dolce, espulsioni in piena regola presentate come un’opportunità d’oro a persone disperate. È ciò che aspetta migliaia e migliaia di migranti clandestini e/o richiedenti asilo, provenienti in maggioranza da Eritrea e Sudan e approdati in Israele negli ultimi anni. Al momento se intercettati dalla polizia vengono rinchiusi in centri di raccolta come quello di Holot, in pieno deserto del Negev, altrimenti si “infiltrano” nel tessuto economico delle città finendo impiegati nei lavori più umili e peggio pagati. In un titolo di prima pagina qualche tempo fa (il manifesto, 7 gennaio 2014), il giorno in cui sfilarono...