Lavoro

I laureati italiani faticano a trovare lavoro

I laureati italiani faticano a trovare lavoro

Eurostat Siamo il fanalino di coda nella Ue: solo la metà ha un impiego a tre anni dal titolo, contro l'80% europeo. Negativa anche la performance dei diplomati

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 7 gennaio 2016

Poco più di metà dei laureati italiani nel 2014 (precisamente il 52,9%) risulta occupato entro tre anni dalla laurea. Il dato, che è il peggiore nell’Unione europea dopo la Grecia, emerge da una statistica Eurostat diffusa ieri, secondo cui la media della Ue a 28 nel 2014 è stata ben più alta, pari all’80,5%. Per i diplomati la situazione è peggiore con solo il 30,5% che risulta occupato a 3 anni dal titolo (più elevata, al 40,2%, la percentuale relativa ai diplomi professionali).

Nel complesso le persone tra i 20 e i 34 anni uscite dal percorso formativo occupate in Italia nel 2014 erano appena il 45%, contro il 76% medio in Europa, indietro quindi di oltre trenta punti rispetto alla Ue a 28. In particolare il dato complessivo è lontano da quello tedesco (90%) e britannico (83,2%) ma anche da quello francese (75,2%).

L’Italia risulta in ritardo sia per quanto riguarda l’occupazione dei diplomati (per i diplomi non professionali si registra appena il 30,5% di occupati a tre anni dal titolo contro il 59,8% medio Ue e il 67% della Germania) che su quella dei laureati.

Per l’educazione terziaria (dalla laurea breve al dottorato) il nostro Paese si situa sempre al penultimo posto dopo la Grecia, con il 52,9% (93,1% la Germania). Per l’Italia si è registrato un crollo delle percentuali di occupazione dopo il titolo in particolare con la crisi economica e in conseguenza della stretta sull’accesso alla pensione (riforma Monti/Fornero) che ha tenuto al lavoro la fascia di età più anziana.

Specialmente tra il 2008 e il 2014 la media di giovani occupati a tre anni dal titolo nell’Unione europea è scesa di otto punti, dall’82% al 76% mentre in Italia è crollata di oltre venti punti, dal 65,2% al 45%. Nello stesso periodo in Germania la percentuale è cresciuta dall’86,5% al 90% mentre in Francia è passata dall’83,1% al 75,2%. Nel Regno Unito la percentuale è rimasta stabile, passando dall’83,6% all’83,2%.

In genere i tassi di occupazione dei laureati sono superiori a quelli dei diplomati (questi ultimi risentono del tipo di diploma con un’occupabilità più alta per i titoli professionali) ma
l’Italia è all’ultimo posto in graduatoria nella percentuale di giovani laureati. Secondo le statistiche Eurostat riferite al 2014 sui giovani nella fascia tra i 30 e i 34 anni, gli italiani hanno la maglia nera per l’educazione terziaria con appena il 23,9% di laureati a fronte del 37,9% della media Ue. Il dato è migliorato rispetto al 19,2% del 2008 ma meno di quanto abbiano fatto in media gli altri paesi Ue (la percentuale era al 31,2% nel 2008 ed è quindi cresciuta di oltre sei punti).

A integrare questi dati, ieri ne sono stati diffusi altri dall’Istat, sui consumi culturali degli italiani: Nel nostro Paese circa una persona su 5, ossia il 18,5% della popolazione, non svolge alcuna attività culturale, anche se semplice e occasionale, e cioè nell’ultimo anno non ha letto un libro o un giornale, non ha visitato un museo, una mostra, un sito archeologico, non è andato a teatro, al cinema, a sentire un concerto né a uno spettacolo sportivo e nemmeno a ballare. Una percentuale che sale al 28,2% al Sud, e scende al 12,1% nel nord Est.

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