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I ferrovieri contro un dirigente del ministero: rifiuta di darci gli atti

I ferrovieri contro un dirigente del ministero: rifiuta di darci gli attiL'incidente ferroviario in Puglia

Strage di Pioltello La protesta degli Rls: lettera di diffida al dicastero di Toninelli. A Viareggio il loro ruolo fu decisivo per arrivare alla verità, la legge riconosce il loro ruolo

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 29 gennaio 2019

Un «vero e proprio muro di sbarramento» sulla strage di Pioltello. Ad un anno dal deragliamento che costò la vita a 3 donne e ferì 46 altre persone, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) delle ferrovie denunciano il comportamento del dirigente della Digifema, l’Uffico investigativo del ministero dei trasporti sugli incidenti ferroviari, Fabio Croccolo. «Il dirigente – denunciano i ferrovieri -ha ripetutamente negato ai nostri Rls l’accesso alle informazioni disponibili, così come previsto dalla legge. Una prima volta il 1 marzo 2018 con una scarna comunicazione, e più di recente durante un incontro».
Il lavoro di consulenza degli Rls è risultato molto importante per arrivare alle cause dell’incidente nella strage di Viareggio e in altri casi. Ma senza avere accesso agli atti interni a Trenord e Rfi, gli Rls hanno le mani legate e poco possono fare per aiutare le indagini.
L’atteggiamento di Croccolo, dirigente portato al ministero dall’ex ministro Graziano Delrio, ha portato gli Rls a preparare una lettera di diffida al dirigente e al ministero guidato da Danilo Toninelli, ad attenersi alle previsioni di legge sulla partecipazione e trasparenza in tema di inchieste ferroviarie. «I miei assistiti – spiega il loro legale Alessandro Brunetti – hanno il diritto di essere informati sull’indagine relativa all’incidente ferroviario per poter presentare compiutamente pareri ed opinioni e di essere autorizzati a promuovere, con eventuali osservazioni sui progetti di relazione, le misure di prevenzione idonee a tutelare la salute, l’integrità psicofisica dei lavoratori e a migliorare la sicurezza degli utenti del trasporto ferroviario, dei terzi interessati e della circolazione ferroviaria in genere».
Croccolo si trincera dietro la «mancanza di interesse legittimo» da parte degli Rls, considerata da Brunetti «in frontale violazione delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e prevenzione che lede inoltre i principi generali di trasparenza dell’azione amministrativa».
In caso di mancata risposta positiva entro dieci giorni, gli Rls preannunciano «un’azione giudiziaria nei confronti del dirigente e dello stesso ministro, inclusi gli eventuali profili di natura penale, relativi alla violazione degli obblighi d’ufficio».
I Rls tengono comunque a distringuere le due posizioni: se il dirigente ha più volte alzato un muro, per Toninelli siamo all’invito: «Sulla trasparenza – insistono – da Toninelli ci aspettiamo un cambiamento, non opacità sulle inchieste».
Quanto al merito dell’inchiesta gli stessi Rls fanno sapere che per «l’incidente di Pioltello è difficile pensare ad una responsabilità del deragliamento diversa dalla rottura del binario: anche per questo è nostro diritto conoscere gli atti della Digifema per impedire che casi di questo genere accadano nuovamente, esercitando le nostre prerogative come più volte fatto in passato».

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