Cultura

I denti non sono tutto

I denti non sono tutto

EverTeen «Smile», la graphic novel di Raina Telgemeier è un bestseller sull'adolescenza e i suoi problemi. Perché la vita può cambiare anche se si spaccano due incisivi

Pubblicato più di 10 anni fa

In prima media, momento strano della crescita in cui il corpo non risponde benissimo a tutti i comandi (neanche il cervello, a volte), può capitare di essere avventati e di mettersi a correre senza sapere dove si mettono i piedi. Male, molto male, perché se ruzzolando si dovessero spaccare i denti – gli incisivi poi – sono guai seri. Per anni.

Raina, infatti, è una ragazza molto carina con un gran buco da aggiustare al centro della bocca, dovuto a due denti volati via in maniera maldestra. Ha una vita scandita da sedute dolorosissime dal dottor Golden, sopporta sofferenze tremende e soprattutto, deve accettare un aspetto non proprio invitante, bardata com’è in un apparecchio di quelli che non perdonano, invasivi e che impediscono di parlare bene. In più, ci si mettono le cosiddette amiche (bulle in realtà) a renderle l’esistenza impossibile. Non le dicono mai una cosa gentile e, in poco tempo, Raina si trova a essere il «soggetto» della classe, una calamita per gli scherzi delle compagne.

Smile, la graphic novel della californiana Raina Telgemeier, che il 19 marzo arriverà in Italia con Il Castoro (pp.214, euro 15,50, traduzione Laura Bortoluzzi) ha un tocco molto autobiografico – basterebbe il nome della protagonista delle varie disavventure a far accendere la lampadina – e un ritmo piacevole, a tratti esilarante: nelle sue pagine si susseguono piccole storie di una crescita difficile – l’adolescenza, apparecchio dentale o no, propina le sue incertezze e disperazioni a tutti – però sana, grazie ad un ambiente affettivo che in casa circonda Raina e alla sua stoica capacità di superare le frustrazioni, cattiveria gratuita delle amiche compresa.

La graphic novel ha avuto in America un gran successo, è diventata un bestseller e ha vinto numerosi premi. Cos’è che l’ha fatta volare così nell’indice di gradimento dei teenagers? Senz’altro la spigliatezza nel raccontare i primi amori, le delusioni, il dolore fisico e la paura di non avere un futuro come gli altri. L’autrice sfoggia la leggerezza nell’affrontare un tema come il bisogno spasmodico di «normalità» dei ragazzi/e di quell’età ingrata, di essere in una comunità di «simili».

Raina dovrà cimentarsi con una serie di «riti di passaggio» – le sedute dall’ortodentista, il gioco della bottiglia, piercing alle orecchie, il ballo di san Valentino, l’ingresso al liceo, la passione per il disegno – ma ce la farà. Alla fine, dopo aver tenuto la bocca rigorosamente sigillata per mesi per non esporsi agli altri con quella che considera una «deformità», la vediamo sorridere mentre viene immortalata in una bella foto di gruppo.

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