I dati sui crimini dell’odio in Europa e nel mondo nel rapporto annuale dell’Osce
Dati sulla violenza in Europa Diffusi dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Osce in occasione della Giornata Internazionale della Tolleranza, ma probabilmente sfuggiti ai più nel clima di allarme che ha fatto […]
Dati sulla violenza in Europa Diffusi dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Osce in occasione della Giornata Internazionale della Tolleranza, ma probabilmente sfuggiti ai più nel clima di allarme che ha fatto […]
Diffusi dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Osce in occasione della Giornata Internazionale della Tolleranza, ma probabilmente sfuggiti ai più nel clima di allarme che ha fatto seguito alle stragi jihadisti di Parigi, i dati sui crimini dell’odio, violenze, minacce e interventi pubblici di carattere razzista, che hanno avuto luogo nel corso del 2014 (hatecrime.osce.org) delineano come la situazione da questo punto di vista stia decisamente peggiorando sia in Europa che sul piano internazionale.
Raccolte grazie alla collaborazione di 43 governi, compresi gran parte di quelli europei, entro e all’esterno dei confini della Ue, ma anche, tra gli altri, della Federazione russa, Stati Uniti e Canada, e di 122 organizzazioni della società civile, attive in 46 paesi, le informazioni sulla diffusione del razzismo sono suddivise in base alla gravità – violenze contro le persone, minacce e crimini contro la proprietà – e in base a chi ne è stato vittima, – vale a dire in crimini contro i musulmani, gli ebrei, i cristiani, Rom e Sinti, crimini xenofobi, contro i disabili e le persone Lgbt.
La fotografia complessiva del fenomeno vede in crescita sia le violenze contro la persona che, specie nel caso dei musulmani, contro la proprietà, nel senso del moltiplicarsi di incendi o devastazioni di moschee e luoghi di preghiera o di esercizi commerciali legati alle comunità islamiche e un aumento in primo luogo dell’antisemitismo, cui si ispirano il 44% degli atti segnalati.
Complessivamente, gli “hate crime” di cui si ha avuto notizia tramite il lavoro delle organizzazioni non governative sono indicati nella cifra di circa 4300, di cui oltre metà costituiti da violenze fisiche anche molto gravi (hatecrime.osce.org/sites/default/files/documents/Website/Infographics/HCR2014.pdf), ma dato che in molti paesi non esistono statistiche precise in materia fornite dalle forze dell’ordine, né un sistema sicuro e verificabile di raccolta dei dati, si tratta con ogni probabilità di numeri ancora molto lontani dalla vera entità di questi fenomeni.
A titolo puramente indicativo si potrà così sottolineare, in questo caso in base ai dati forniti dalla polizia di ciascun paese, come in Francia si sia registrata una leggera flessione, passando dai 1765 atti di razzismo che si sono registrati lo scorso anno ai 1662 del 2014, mentre in Germania c’è stato un inquietante incremento, da 4647 a ben 7858. Significativo anche il fatto che di paesi in cui è nota la presenza di gruppi razzisti organizzati, come Russia, Polonia e Ungheria, non si disponga di alcuna documentazione di fonte istituzionale.
Quanto al nostro paese, le forze dell’ordine hanno registrato 596 casi di crimini d’odio, la maggior parte dei quali, oltre 400, relativi a episodi di razzismo e xenofobia. Altri dati sono stati forniti, come negli anni precedenti, dall’associazione Lunaria che opera un costante monitoraggio in materia attraverso il sito cronachediordinariorazzismo.org.
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