I “corpi infetti” di Groupon
Sciopero Il colosso delle vendite on line non aumenta i fatturati e calunnia i lavoratori, che reagiscono insieme a Filcams e Fisascat
Sciopero Il colosso delle vendite on line non aumenta i fatturati e calunnia i lavoratori, che reagiscono insieme a Filcams e Fisascat
Quella espressione quantomai infelice per definire i lavoratori accusati di essere poco solerti – “corpi infetti da eliminare” – ha fatto rumore, ancor più delle otto ore di sciopero decise per oggi da Filcams Cgil e Fisascat Cisl. Nuvole nere si addensano su Groupon Italia, emanazione diretta del colosso americano leader mondiale dei gruppi d’acquisto per mezzo dei quali accedere a vendite e servizi scontati. La multinazionale, quotata al Nasdaq e arrivata nella penisola quattro anni fa, con un portale web nel quale i clienti registrati possono trovare numerose offerte e servizi che vanno dalla ristorazione agli esami medici, smentisce: “Respingiamo con fermezza le accuse relative a frasi svilenti e offensive nei confronti delle nostre persone, e riteniamo che quanto comunicato non rispecchi i valori di Groupon e la realtà dei fatti”. Ma certo è che i 450 addetti, due terzi dei quali lavorano nella principale sede di Milano, oggi incrociano le braccia. Con l’ulteriore annuncio di un presidio mattutino, in corso Buenos Aires, sul quale hanno già messo i loro occhi elettronici le telecamere delle tv.
Alla base della protesta, indetta dalle principali sigle sindacali del commercio e dei servizi, ci sono rivendicazioni “classiche” che vanno dal miglioramento dell’inquadramento contrattuale all’aumento delle ore da dedicare alla formazione. C’è anche la richiesta di evitare la riduzione delle attività, perché Filcams e Fisascat segnalano il pericolo di una delocalizzazione di alcune funzioni. Al tempo stesso la Filcams non dimentica di fare il punto sui rapporti fra l’azienda, i sindacati e i lavoratori. Rapporti mai stati idilliaci, almeno a giudicare da quanto viene denunciato dalla più grande categoria della Cgil: “Dopo tre responsabili delle risorse umane cambiati e un’elezione, invece di fare passi avanti l’azienda riprende un approccio di contrasto verso le rappresentanze, e di intimidazione verso i lavoratori, colpevolizzandoli del trend negativo dei risultati, anche se le responsabilità non sono attribuibili a loro ma a scelte strategiche aziendali”.
Proprio sulle scelte aziendali, alla vigilia dello sciopero, arriva una novità positiva: “E’ arrivata in sede una mail dell’amministratore delegato – spiega Vanadia Cantaro – che ha voluto rassicurare sul fatto che non c’è alcuna intenzione di licenziare addetti, né di delocalizzare funzioni attualmente in capo a Groupon Italia”. La giovane delegata Filcams offre anche una probante chiave di lettura di quanto sta accadendo: “Dopo gli ottimi risultati dei primi anni è aumentata la concorrenza nel settore, con altre aziende piccole e grandi molto attive nella vendita on line. Non abbiamo avuto una flessione, perché a leggere i dati si vede che nell’ultima stagione gli ordinativi sono rimasti stabili. Ma quando siamo arrivati al tavolo sindacale, l’allora responsabile delle ‘risorse umane’ ha detto che le performance dovevano addirittura raddoppiare”.
In questa occasione è stata anche coniata l’espressione dei “corpi infetti da eliminare”: “Quel responsabile, che poi è stato sostituito, accusava chi magari entrava in ufficio con qualche minuto di ritardo, oppure andava alla macchinetta per prendere un caffè. La sua è stata una frase davvero infelice – tira le somme Vanadia Cantaro – ma ancor più in generale ci sono delle difficoltà nelle relazioni sindacali perché nell’ultimo periodo sono cambiati ben tre responsabili alle risorse umane. E ogni volta il nuovo arrivato ci dice che deve farsi un’idea della situazione, e quindi prende tempo. Ma così non si fanno passi avanti, mentre secondo noi la crescita passa attraverso la valorizzazione del personale e con corrette relazioni sindacali, non certo con la chiusura all’ascolto e addirittura con le minacce”. Lo sciopero odierno nasce come risposta a questo stato di cose, e insieme come richiesta di riprendere un lavoro comune di valorizzazione dei 350 “interni” di Groupon e del centinaio di addetti esterni al settore commerciale.
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