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I cittadini francesi credono ai giudici, non al “perseguitato” Sarkozy

I cittadini francesi credono ai giudici, non al “perseguitato” SarkozySarkozy e Berlusconi quando erano alla guida dei rispettivi governi – Reuters

Una gudice rossa per Sarkò (Anna Maria Merlo, il manifesto 4 luglio). Il rosso per Sarkò è fumo negli occhi. In televisione, l’ex presidente francese dice a due giornalisti: i […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 8 luglio 2014

Una gudice rossa per Sarkò (Anna Maria Merlo, il manifesto 4 luglio). Il rosso per Sarkò è fumo negli occhi. In televisione, l’ex presidente francese dice a due giornalisti: i magistrati rossi sono tutti coalizzati contro di me; contro di me imbastiscono, con accanimento, processi su processi, mentre io sono del tutto innocente; puro come un giglio. Ve lo dico «guardandovi negli occhi»: sono un perseguitato dalla sinistra; la sinistra mi teme e mi attacca, violando tutte le regole dello Stato di diritto.

Nulla di nuovo. Prosegue la «strategia della vittimizzazione» (P. Musso, “Le Sarkoberlusconisme”). L’indiziato si difende. Contrattacca, com’è nel suo costume.

I fedelissimi di Sarkozy tengono bordone: la giustizia francese non è indipendente, è strumentalizzata dalla corrente di sinistra della magistratura, dal “sindacato della magistratura”; occorre una legge che proibisca ai giudici di organizzarsi in associazioni e in correnti; bisogna ridurre i giudici alla condizione dei militari. I militari sì che sono veramente imparziali, al di sopra delle parti, per la “nazione”, per la “patria”.

Nei processi si accerterà se Sarkozy è colpevole o innocente ma una cosa è già evidente, la magistratura francese è divenuta più indipendente. Vi sono oggi dei giudici a Parigi. Sarkozy ne deve prendere atto, i magistrati francesi non sono più “i buffoni della Repubblica”. I cittadini francesi stanno dalla parte dei giudici istruttori che indagano con serietà anche nei confronti dei potenti; come i cittadini italiani, vogliono che la giustizia sia uguale per tutti.

“Corruzione attiva”: un ex capo dello Stato può mai consumare il grave reato di corruzione attiva? “Garde à vue“: un ex capo dello Stato può essere sottoposto a “garde à vue“, prelevato dalla propria casa nel cuore della notte? Non si era mai visto in Francia, nella patria di Luigi XIV (“Lo Stato sono io”), del bonapartismo, del gollismo, dei politici che hanno sempre chiamato i magistrati “i buffoni della Repubblica”, i “bastardi” (Gèrard Davet e Fabrice Lhomme, «Thierry Herzog: Je dèmontrerai le moment venut qu’il s’agit d’une affaire politique», Le Monde 8.3.2014). Dimostrerò, quando arriverà il momento, dice l’avvocato Thierry Herzog – anche lui sottoposto a “garde à vue” – che si tratta di un affare politico. Attendiamo la dimostrazione.

Per un’analisi della nebulosa degli affaires di Sarkozy rinvio a Gèrard Courtois (“Le parfum dèlétère des années Sarkozy“, Le Monde 12.3.2014).

L’imperativo europeo dovrebbe collocare tutti i potenziali dittatori europei alla Sarkozy under the law, rendere la magistratura dei vari paesi più indipendente, rendere indipendenti i pubblici ministeri.

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